
Pilar, quanto è difficile oggi lavorare come attrici in Italia?
Il lavoro di attrice è per definizione precario. Oggi, quelli che prima non erano lavori precari, lo sono diventati. Lavorare in Italia può regalarti delle grandissime soddisfazioni, ma anche enormi delusioni, quindi la vera difficoltà per noi giovani è proprio quella di resistere, crederci, scommettere su questo Paese. E non è facile quando vedi i tuoi coetanei all’estero che ridono pensando agli italiani che ancora a 30 anni vivono con i genitori, e tu che invece lotti per conquistare l’indipendenza.
Tu, rispetto a molti tuoi coetanei, hai scelto di restare in Italia e di non partire all’estero: cosa ti spinge a farlo?
Negli ultimi anni è cresciuto in me un fortissimo patriottismo, nato proprio dalla rabbia che ho. Qualche anno fa questa rabbia mia faceva sognare Hollywood, ma piano piano ho messo a fuoco i miei sogni e penso che la più grande soddisfazione possa essere proprio la rinascita della mia terra.
In questo periodo stai ottenendo un grande successo su Raiuno, grazie alla fiction Un passo dal cielo 4…
Interpreto Emma, un’etologa arrivata a San Candido per lavorare come ricercatrice. Emma ha una rara malattia non curabile, non ha la certezza di vivere a lungo ma si stupirà di scoprire come questa terribile sensazione le abbia dato una fortissima e nuova voglia di vivere. È paradossale ma commovente; mi ha insegnato che sono pochissime le cose che contano davvero per essere felici.
L’attrice di cui ti piacerebbe seguire le orme?
Non riuscirei a desiderare la carriera di un’altra attrice, così come non riuscirei ad immaginare la mia. Mi piace pensare che siano poche le cose calcolabili e credere un po’ al destino. Amo moltissimo Monica Vitti, perché spiritosa e, allo stesso tempo, intensa. E ammiro la mia coetanea americana Shailene Woodley, che ha davvero dimostrato cosa vuol dire essere un’attrice versatile e non etichettabile. Sono tante le cose che cerco di imparare dalle altre attrici ma non ho fretta: voglio godermi ogni fase di questo percorso.
Per una popolarità immediata: tra un cinepanettone e un calendario sexy, cosa scarteresti a priori?
Direi il calendario sexy, perché non rientra nei miei interessi. Per quanto riguarda il cinepanettone, invece, penso che ogni genere e linguaggio cinematografico abbia la sua dignità di esistere e non debba essere “snobbato” a priori. Detto questo, se mai avrò il lusso di scegliere tra più progetti, lo farò guardando la qualità della sceneggiatura, non il genere. Ho cominciato da poco e mi entusiasma sperimentare.
Tra dieci anni come ti piacerebbe vederti?
Soddisfatta dei miei traguardi, ma anche degli errori che potrei aver commesso, senza rimorsi.