Un giallo filosofico per Platone

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Il titolo è furbastro, di quelli che non ti aspetteresti sulla copertina di un paludato saggio di filosofia: Platone non era malato (di M. Perine, Vita e Pensiero, pp. 234, € 20).

platone-non-era-malato-334096Perché Platone invece si dichiarò tale nella tradizione scritta, per giustificare la sua assenza alla morte del suo mentore e alter ego, Socrate. Quel giorno non era presente, ma come sappiamo bene del maestro fece un monumento eterno, rendendolo protagonista dei suoi Dialoghi.

Marcelo Perine, professore associato alla Pontificia Università Cattolica di San Paolo in Brasile, si occupa della parte più misteriosa del pensiero del sommo greco: le dottrine non scritte, di cui siamo a conoscenza tramite Aristotele e che, secondo l’autore, sono “testimonianza di dialoghi effettivamente avvenuti”.

Quale meraviglia imbarcarsi a ritroso nel tempo per immaginare quegli uomini discutere all’ombra del Partenone, distaccati dal mondo ma riflettendo su di esso con acume insuperato. La raffinata ricerca del professore brasiliano ipotizza che l’insegnamento orale di Platone nell’Accademia sia avvenuto tra gli anni ’60 e ’70 del IV secolo, fino alla lunga stagione della stesura di Repubblica. In questa investigazione scientifica, Perine arriva a ipotizzare che ai suoi allievi scelti Platone impartisse lezioni esoteriche sull’ascesa dialettica verso l’Idea del Bene, sulla base del metodo socratico e di quello pitagorico. Li guidava alla meditazione sull’Uno, “misura perfettissima di tutte le cose”. Siamo alla fanta-filosofia? Assolutamente no. Il libro è ben argomentato, molto serio, per dirla in parole povere. Traccia un’ipotesi più che credibile di ciò che del padre della filosofia occidentale non sappiamo. Svelando forse uno dei grandi misteri della storia del pensiero.