Il miglior quadro dipinto negli ultimi dodici mesi è un olio su tavola, 65 per 65 centimetri, di Rocco Normanno, nato nel 1974 a Taurisano (Lecce) e operativo a Firenze. L’opera in questione si intitola Noi, Vittorio Sgarbi ed è la vincitrice della terza edizione del Premio Eccellenti Pittori-Brazzale (patron Brazzale, antica azienda casearia che da tempo sostiene e promuove il meglio della pittura contemporanea), con una giuria composta di eccellenti quali Camillo Langone, Camilla Baresani, Stefano Bonaga, Roberto Brazzale, Edoardo Camurri, Aurelio Picca, Nicola Porro, Franco Maria Ricci, Roger Scruton e mi perdonino i restanti pur eccellentissimi che per economia di spazio ometto. In questi tempi di iconoclastia di ritorno, con raffigurazioni artistiche che vengono censurate dai nuovi padroni del vapore (Facebook), distrutte dai mozzorecchi islamisti e autolimitate dal Super Io Collettivo del politicamente corretto, insieme alle produzioni d’arte eque e solidali da Turner Prize con la vincitrice inglese 2016 che divide il premio con i suoi concorrenti manco fosse una torta di compleanno, fa piacere riconoscere la persistenza di una opposizione all’ideologia estetica dominante (perché Marx ce l’ha insegnato, l’ideologia del potere di turno esercita il dominio su tutti gli ambiti produttivi compreso quello dell’arte, soprattutto il piccolo mondo antico dell’arte italiana aggiungiamo noi, esterofila per definizione e per autolesionismo), una resistenza estetica (e pittorica in special modo) che fa del figurativo e della raffigurazione del corpo la sua stessa ragion d’essere.
Certo non basta questo: il cimento artistico si fortifica grazie alla lezione dei Maestri e i migliori, anzi gli eccellenti pittori di oggi sono proprio coloro che non smettono mai di studiare. Ma neanche questo è sufficiente (altrimenti sarebbe eccellente accademismo): l’arte ci deve stupire (lo stupore era il “motore” della filosofia secondo Platone, che pure non era tenero con le arti visive) e di conseguenza il pittore veramente eccellente è fedele al presente, ma senza volgere le spalle al passato (e con in più una certa vis anticipatoria di quel che sarà). La giuria del Premio Eccellenti Pittori ha riconosciuto nell’opera di Rocco Normanno questo segno: il trapasso (non: il passaggio) della carta nell’etere, epitome della contemporaneità, «eppure svolto con luce caravaggesca e classico pennello» (Camillo Langone), in una proliferazione del Sé che diventa un Noi (nel quadro, un Vittorio Sgarbi di tre quarti guarda un quadro che raffigura Vittorio Sgarbi mentre osserva lo schermo di uno smartphone che raffigura se stesso.