(di Carlo Poddighe, direttore di Cinemecum.it)
Un film “made in Sardinia” realizzato da un regista sardo: Gianfranco Cabiddu, in una location sarda: l’isola dell’Asinara e con alla base un soggetto forte: La tempesta di Shakespeare, nella traduzione che ne fece ne L’Arte della commedia Eduardo De Filippo, con cui il regista de Il figlio di Backunin ebbe modo di collaborare.
Se a questo si aggiunge un cast d’eccezione (Ennio Fantastichini, Sergio Rubini, Renato Carpentieri, Jacopo Cullin, Alba Gaia Bellucci, Teresa Saponangelo, Francesco Di Leva, Giampaolo Loddo) e una casa di produzione di alto livello ci sono tutti i presupposti perché il cinema fatto in Sardegna conquisti la ribalta. Di ribalta è giusto parlare, perché l’ultimo lavoro di Cabiddu è una riflessione sul teatro, sul rapporto realtà-finzione e sulla diversità che si nasconde e allo stesso tempo si svela. La stoffa dei sogni, presentato in anteprima al Festival di Roma l’anno scorso, esce nelle sale italiane il primo dicembre.
Il film racconta le vicissitudini di una compagnia di teatranti, con a capo Oreste Campese (Sergio Rubini), che naufraga su di una misteriosa isola-carcere, e si ritrova a dover coprire alcuni pericolosi camorristi decisi a evitare la reclusione confondendosi fra gli attori. Sarà il Direttore del carcere (Ennio Fantastichini) a lanciare la sfida al capocomico, per scoprire chi nella compagnia è vero attore e chi un criminale, dovranno mettere in scena La tempesta di William Shakespeare. Da qui nasce una commedia degli equivoci, ricca di colpi di scena, in cui si intrecciano le storie dei tanti reclusi, più o meno volontariamente, sull’isola. Storie di amore tra ragazzi, come quella tra la figlia del direttore del carcere e uno dei camorristi, e storie di amore tra il pastore e la sua terra che da isolata si trova improvvisamente abitata da tante (troppe?) presenze.
Parliamo con Gianfranco Cabiddu durante una pausa dal lavoro di montaggio de Il flauto magico di piazza Vittorio, di cui è co-regista assieme a Mario Tronco, film musicale con la famosa orchestra romana e con protagonista Fabrizio Bentivoglio.
“La stoffa dei sogni” esce in circa 40 copie nelle sale italiane, è questa la volta buona per un film “made in Sardegna”?
“Me lo auguro. Ma sono consapevole delle difficoltà del cinema. Anche alcuni lavori che sulla carta sarebbero dovuti essere dei Blockbuster non hanno raggiunto i risultati sperati. C’è oggettivamente qualcosa che non sta funzionando tra cinema e pubblico”