Quei “maiali” che si ribellano all’Europa

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PIIGS: come maiali. L’acronimo sta per Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna, l’Economist nell’estate 2008, rinominò così i paesi che più hanno accusato gli effetti delle politiche dell’euro in Europa e il termine è ormai diventato comune nel linguaggio politico economico mondiale.

Nel 2015 il premio Nobel Joseph Stiglitz scrisse insieme ad altri economisti una lettera al Financial Times nella quale si criticava aspramente la linea del rigore condotta dalle autorità europee ritenuta infatti responsabile di aver prodotto più danni che benefici. Una politica che impone di non poter superare il 3% di deficit, niente spesa pubblica, stato sociale praticamente abolito, tagliare di continuo i servizi primari: assistenza, sanità, previdenza sociale. Tutte le virtuose istituzioni che hanno fatto grande l’Italia, ma non solo. L’austerità mette fine alla crescita e allo sviluppo, mentre le tasse aumentano e diminuiscono occupazione e salari facendo di conseguenza crollare la domanda interna. Milioni di persone che faticano ad arrivare a fine mese, migliaia che non arrivano neanche a metà. Tutto per raggiungere il rapporto debito/PIL del 60%.

Dal 2008 ad oggi in Europa ci sono 8,5 milioni di disoccupati in più, eppure le politiche di austerity non accennano a placarsi. Con l’intento di dare una risposta a questa situazione, PIIGS sta per diventare un docufilm, ideato e scritto da tre registi italiani Adriano Curtraro, Federico Greco e Mirko Melchiorre. Il fine è quello di mettere alla luce le contraddizioni della politica economica europea. Cinque anni di studi e due anni di riprese per “PIIGS – Ovvero come imparai a preoccuparmi e a combattere lausterity” che è in fase di postproduzione e ad oggi è attiva una campagna di crowdfunding per permettere che questo film possa essere promosso come si deve. Il lavoro in ogni caso è stato ultimato, il film sarà distribuito nelle sale nel 2017 dalla casa cinematografica Fil Rouge Media.

PIIGS è una sfida al pensiero unico dominante, una ribellione con cinepresa alla mano raccontata attraverso le parole degli intellettuali più prestigiosi del mondo.

Il filosofo e linguista Noam Chomsky, Yanis Varoufakis ex ministro delle finanze greco, l’economista Stephanie Kelton, Warren Mosler esperto di sistemi monetari), Paolo Barnard giornalista, economista, Paul De Grauwe della London School of Economics, Federico Rampini, giornalista, Vladimiro Giacché economista e lo scrittore Erri De Luca ci spiegano in che modo l’austerity ci porterà nel baratro. Il messaggio più forte è senz’altro lo sdoganamento dell’origine della crisi dei debiti europei: PIIGS dimostra infatti che non risiede nell’inadeguatezza delle popolazioni dei Paesi in crisi, ma nelle fondamenta stesse dell’euro. Lo stile del documentario raccoglie sicuramente l’eredità di Inside Job, docufilm uscito nel 2010 che racconta le cause della grande recessione negli Stati Uniti, vincitore dell’Oscar nel 2011, scritto e diretto da Charles Ferguson. PIIGS punta ad essere la versione europea di Inside Job e ha tutte le carte per poterlo diventare.

Come caso esemplare il documentario racconta le dirette conseguenze dell’austerity a Roma, concentrandosi sulla storia della sopravvivenza di una Cooperativa sociale che assiste disabili e persone svantaggiate. Claudia sta provando a salvare la Cooperativa “Il Pungiglione” dal fallimento. “Il Pungiglione” ha un credito di un milione di euro dal comune e dalla regione e rischia di chiudere per sempre: 100 dipendenti perderanno il lavoro e 150 disabili rimarranno senza assistenza. Esiste un’alternativa a tutto questo? Un’altra via da percorrere? Riprendersi la sovranità economica vuol dire anche poter dare risposte certe a domande come queste.