La vita? Una fantasia a colori

0

Le immagini hanno un valore simbolico. Sono il frutto della creatività dell’artista che, attraverso le sue opere, racconta la realtà inconscia che lo rappresenta o, piuttosto, decide di farsi eco sonora di un patrimonio collettivo di ricordi. Raccontando l’universo che lo circonda attraverso la pittura e lasciandosi suggestionare da scene di vita quotidiana, celebri icone ispirate dalla fantasia o, più semplicemente, da  oggetti domestici. Così, nelle opere di Paolo Franzoso, in mostra a Modena nello spazio di Via Carlo Farini 56 fino al 7 maggio, con la curatela di Marco Bertoli, il mondo artistico sposa non solo il citazionismo fumettistico, lo stravagante mondo circense, i luna park e il caos metropolitano, ma si tuffa nel mare magnum della grafica pubblicitaria in cui figure di ogni giorno si alternano a personaggi inventati, del mondo dei cartoon e dell’immaginazione disneyana. In una fantastica narrazione del tempo presente che vuole essere cronaca e memoria di storie e pensieri che non appartengono solo a chi crea, ma sono di tutti.

Esperienze individuali dell’artista incontrano temi più profondi che indagano sulla contemporaneità, diventando una riflessione personale prima, e generale poi, in cui l’autore adriese sembra invitare lo spettatore a condividere stati d’animo ed emozioni. Dalla grammatica introspettiva di opere come “Ciclamin che fuma”, “Carillon”, “Camera Mia”, “La stanza” e “Mamma mia”, Franzoso conduce per mano chi osserva verso un linguaggio più ampio che si evolve ne “Un cielo per un fiore”, “Artisticheria,” “Calimero felice” e “Fantasia all’opera”, dove abitano personaggi del mondo dei cartoni animati o di dipinti famosi (da Magritte a Leonardo Da Vinci) in una drammaturgia che sottende il sentimentalismo del vivere quotidiano. L’autore guarda alla cultura popolare ricca di spunti e contenuti per la sua arte, trasformandola nello strumento ideale con cui approcciare l’inconscio collettivo. L’aspetto autobiografico è invece legato ai pensieri più intimi dell’artista, rielaborati e trasposti da Franzoso in un gioco pittorico fatto di colore e materia che si incontrano, mescolandosi, nei suoi lavori. Dove non manca la bellezza dell’ingenuità infantile nel tocco e nell’idea.

Gli elaborati ipercolorati di Paolo Franzoso sono realizzati con un tecnica mista che prevede il collage e la stratificazione di ritagli di giornale a cui vengono sovrapposti spessi strati di vernice e resina al fine di dare all’opera un effetto tridimensionale. Pastose e materiche, le opere diventano quasi oggetti da toccare. Non  manca la sperimentazione pittorica e ogni lavoro presenta, in modo originale e diverso, annotazioni dell’artista che, senza voler essere didascalie, saltano subito all’occhio coinvolgendo l’osservatore. “Quando creo, divoro tutto ciò che vedo, perchè la mia anima ha fame di immagini e colori”dichiara l’autore, onnivoro visionario che, con fervida immaginazione, racconta una realtà fantasiosa nelle sue opere.