Niente di più attuale quando il teatro diventa portavoce di storie di vita vera, di oggi, difficili, spesso ambientate in paesi in guerra. “Al centro del mio lavoro c’è la riflessione per un Occidente alla deriva, la necessità di una nuova ridefinizione delle parole ‘ricchezza’ e ‘povertà’, ma anche l’urgenza di ritrovare un senso all’incontro spettatore-attore, la stessa urgenza che sento tra giornalista/lettore”, spiega Livia Grossi, critica teatrale per il Corriere della Sera, ma anche viaggiatrice e attenta osservatrice del mondo. Dall’Albania, all’Africa, al Sud America, compresa l’Italia, “sono stata portata a sentire l’esigenza di comunicare dal vivo le storie che scopro”.
Infatti ha inventato il “reportage teatrale”, una sorta di giornalista-aedo che incontra i lettori e li trasforma in pubblico: domani, ore 18.30, al Teatro Franco Parenti a Milano Livia racconta il suo incontro con Maria, la rifugiata politica del Sud America arrestata con l’accusa di terrorismo e liberata dopo 8 anni di carcere perché riconosciuta innocente. Le prossime date sono il 7 aprile con Puska, vergine giurata albanese. Giovedì 21 si parlerà di Marietu Ndaye, del Senegal, portavoce contro la mutilazione genitale femminile, e il 12 maggio tutte le storie della Grossi sono riunite nello spettacolo per la regia di Gigi Gherzi “Nonostante voi. Storie di donne coraggio”