Il sacro e l’uomo, animale religioso

0

Per una volta ci occupiamo di un pensiero “altro”. Non di quello che ha occupato cattedre sulla scia della speculazione occidentale classica, ma di quello che ha guardato all’indietro e altrove. Verso i simboli, i miti, il medioevo, le culture non cristiane e infine all’uomo quale animale religioso.

Julien Ries
Julien Ries

Homo religiosus lo chiamava per l’esattezza Julien Ries, cardinale belga e storico delle religioni recentemente scomparso e celebrato nell’ottimo libro dello studioso di antropologia religiosa Davide Navarria, Introduzione all’antropologia simbolica. Eliade, Durand, Ries (Vita e pensiero, pp. 152, € 16). Dimostra apertura mentale e coraggio l’editore inserendo il titolo nella collana Strumenti – filosofia.

Perché il pensiero di Eliade, in certo senso padre, con l’italiano Raffaele Pettazzoni, della storia delle religioni, non ha mai trovato posto nel consesso dei filosofi. E del resto il suo linguaggio era differente, come anche l’oggetto del contendere. Chi non conoscesse nulla dei tre studiosi analizzati da Navarria può partire da qui, per un’avventura che può portare molto lontano. Persino nel sottobosco dimenticato della cultura di destra, destinata ad arrivare fino ad Evola, che di Eliade fu sodale, o magari a Guénon.

Una strada affascinante, secondo la quale la differenzaintroduzione-allantropologia-simbolica-323433 tra l’uomo e gli altri animali sta appunto nel frapporre, tra il sé e il reale, un universo simbolico, fatto di miti, allegorie e molto altro ancora. Basta entrare in una cattedrale romanica e studiarne le sculture per averne un primo saggio. E poi buttarsi per prima cosa su Eliade, che del sacro ha fatto una missione, impiegando una vita intera e studiando le cosiddette lingue “

morte”, che sono in verità quelle del sacro latino, greco, sanscrito, ebraico ci ha restituito un monumento alla divinità. Gettato via da una cultura maggioritaria dubbiosa su Dio, il sacro è tra noi e ha i suoi profeti. Basta aprire questo libro per scoprirlo e lasciarsi abbagliare.