“Sul ciglio della Foiba” per capire il dramma…

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Da pochi giorni si è celebrata la giornata del Ricordo che, grazie alla legge 92/2004, è stata istituita per promuovere ricerche, studi, commemorazioni relative alle tragiche vicende del Confine Orientale d’Italia alla fine della Seconda Guerra mondiale.

Da pochi anni la cortina del silenzio che era stata calata sopra l’esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia – più del 90% fuggito dalle proprie case a guerra finita – è stata, parzialmente, sollevata.

Ma ancora molto c’è da fare e da scrivere. Arriva quindi come una manna dal cielo il libro di Lorenzo Salimbeni, prossimamente in uscita per i tipi di Pagine di Luciano Lucarini. Salimbeni, che è ricercatore della Lega Nazionale, responsabile della Comunicazione dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Dirigente Nazionale del Comitato 10 febbraio e, ormai da anni, voce autorevole e ascoltatata. Da anni, infatti, percorre l’Italia per raccontare, con passione ma anche grande rigore storico, cosa è successo nelle terre italiane, per cultura secolare, di quel litorale che oggi è Slovenia e Croazia.

Perché quasi tutti i nostri connazionali sono scappati via? E quelli scomparsi? Cosa ne è stato di loro? Il libro di Salimbeni risponde a queste domande e si pone un obiettivo ancor più importante: superare il particolarismo del dolore del dramma dell’esodo e delle foibe – che non a caso richiamano il termine “fobie” – che per settantanni è stato solo delle vittime e di pochi altri italiani e renderlo memoria condivisa. “Oggi questa storia di sacrifici – sottolinea, infatti, Salimbeni – si trova metaforicamente sul ciglio di un’altra foiba rappresentata da oblio, dimenticanza, banalizzazione, giustificazione, minimizzazione e revisionismo”. Un saggio che spiega storicamente, ma con un linguaggio semplice e coinvolgente, come l’odio etnico e politico non abbia colpito soltanto i fascisti ma tutti gli italiani di una provincia che ha una storia d’italianità molto più che secolare:sì com’a Pola, presso del Carnaro ch’Italia chiude e suoi termini bagna” Canto IX 113-114 dell’Inferno.

Un libro che viene a colmare una lacuna e che è spartiacque tra un prima e un dopo nello studio della storia d’Italia.