“Gabriele dorme poco” e fa bene…

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Ph. Alessandro Cantarini
Ph. Alessandro Cantarini
Ph. Alessandro Cantarini

C’è chi con qualche ora di sonno in meno diventa incapace di intendere e volere. Non è il caso di Gabriele D’Angelo, a cui l’insonnia ha fatto bene. Invece di contare le pecore, nelle notti in cui Morfeo se l’era data a gambe, Gabriele ha cominciato a scrivere canzoni. Una di queste, “Inchiostro Simpatico”, nel 2013 l’ha fatto arrivare tra i finalisti di Musicultura. La partecipazione alla manifestazione dedicata ai cantautori emergenti ha rafforzato il proposito di portare avanti il suo progetto da solista. Un progetto cominciato, non a caso, con il nome di Gabriele Dorme Poco. Ma il suo percorso nella musica è iniziato molto prima, con le lezioni di canto da adolescente. “Dopo il liceo avevo le idee un po’ confuse. Visto il mio forte interesse per il cinema e il teatro, mi sono iscritto al DAMS. Di seguito, per un anno, ho studiato psicologia” racconta Gabriele. Poi, però, ha chiuso i libri e si è dedicato solo alla musica, con la volontà di farne una professione. Nel 2003 l’ingresso nell’Anonima Armonisti, settetto vocale a cappella di cui fa ancora parte. In gruppo propone cover, ma dopo il successo di “Inchiostro Simpatico” non poteva lasciare nel cassetto i suoi testi. E così, pochi giorni fa è uscito “Dispari erano i giorni, di spari le notti”, il primo Ep (online in tutti gli store digitali), contenente sei tracce. Il primo singolo è “Nightswimming”, appartenente a quella categoria che lui stesso ama definire “musica da viaggio”. “L’idea di scrivere canzoni da ascoltare in sottofondo, che accompagnino i momenti di chi la sente, mi piace molto”. All’interno dell’Ep anche una cover di “By This River” di Brian Eno, in versione livida e minimalista, interpretata e arrangiata interamente a cappella.

La musica di Gabriele Dorme Poco non è bella solo da ascoltare, ma anche da vedere grazie a dei video che sono delle vere e proprie chicche. “La musica indipendente ti dà la libertà di poter gestire molti aspetti, come i video, per i quali non ho registi che mi vengono affibbiati dalla casa discografica. Il risultato sono dei lavori nati dal confronto”. Aperto a tutte le influenze musicali (“dopo aver assorbito tanto soul ho studiato jazz perché fa bene avvicinarsi a mondi lontani”), Gabriele si considera poco ambizioso, spiegando: “Mi è capitato di percepire in alcune persone un fuoco sacro che li spingerebbe a fare qualsiasi cosa pur di ritagliarsi un angolo nel panorama della musica italiana. Io non sono così. Non mi spaventerebbe fare passi in avanti, vorrei che la mia musica si muovesse, che diventasse autonoma. Ma forse, perché ciò accada, bisognerebbe avere un carattere diverso dal mio: io soffro un po’ di ansia da prestazione. I concorsi, ad esempio, li vivo male, mi va via la salivazione”. Intanto nuovi live e altri video sono in programma. E tra la fine del 2016 e l’inizio del 2017 potrebbe esserci un disco. Le canzoni già ci sono. Scritte sempre di notte? “Mi capita ancora, ma sto cercando di non avere dei solchi sotto gli occhi impenonendomi di addormentarmi in orari decenti”.