“Zitta e in cucina”, il maschilismo bipartisan all’italiana

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fgMN8xAmqk3h_s4Care donne si sa, se siete belle e avete successo l’avete data a qualcuno, se siete brillanti c’è un burattinaio dietro di voi che regge i fili. Solo se siete brutte, preferibilmente con baffi e taglio alla maschietta, potreste addirittura essere intelligenti. Comunque, belle o brutte è meglio se restate a casa a fare la massa e a sfornare bebè.
Ecco, nel libro di Filippo Maria Battaglia per Bollati Boringhieri “Stai zitta e va’ in cucina. Breve storia del maschilismo in politica da Togliatti a Grillo” (10 euro, 114 pagine) si parla dei pregiudizi sulle quote rosa in Parlamento. A pensarla così non sono solamente i soliti noti di destra.

Anche i cavalieri senza macchia di sinistra ci vanno giù pesante. Il giudizio è unanime. Detta così sembra un po’ una barzelletta, la lotta manichea che torna a tediarci: maschi/femmine, sinistra/destra, bella/brutta, stupida/intelligente. Fosse così semplice la risolveremmo come un sudoku.
Le brutte. Cominciamo con Teresa Noce proclamata Miss Racchia e Lina Merlin, “una specie di zitella mascolinizzata, una recluta della Salvation Army” fino ad arrivare a Rosy Bindi, sbeffeggiata da tutti senza pietà. A casa! Quel gran signore di Alcide de Gasperi -perché anche i democristiani ci danno dentro- stimava solo la donna casalinga perché “abbiamo bisogno di voi soprattutto come spose e madri.”. Per non parlare dell’uscita di Rutelli: “Alla biancheria intima, mutande comprese, provvede Barbara, mia moglie, in merceria.”.
Le belle. Ah, le belle. È su di loro che si scatenano con più fervore e risentimento. Le poverine, per conquistarsi credito, devono fare il triplo della fatica e se si sentono dire “bella” arricciano il naso come se le avessero chiamate “stronze”.
Da Bianca Bianchi, l’angelo biondo che, alla faccia del Petrarca, era pure “puttana e cretina” a Nilde Iotti, oscurata da Togliatti che “sicuramente le scriveva i discorsi”. Finché Massimo De Rosa ha superato tutti accusando le colleghe Pd di essere sedute alla Camera “perché siete brave a fare i pompini”. E la deputata Giuditta Pini ha risposto con grazia tutta femminile: “Ho preso 7mila e 100 preferenze, mi fa ancora male la mascella.”. Sempre del M5S, Nicola Morra sulla Boschi: “Sarà ricordata più per le forme che per le riforme.”. Ci va cauto sulla Boschi, si limita ad una rima baciata, perché lei fa cadere ogni dualità. È la Madonna in rosso Valentino, la Wonder Woman tutto lavoro e niente svago su tacco 12.
Sveglia alle cinque, a letto all’una. Nonostante l’espiazione anche lei sente il bisogno di difendersi: “Sono bionda ma non sono mica scema.”. ‘Sti cavoli della vita privata, cosa ci frega della Boschi a letto senza cena e della sua cellulite o della Iotti che forse se la faceva con Togliatti? Il suo fascino non poteva essere fermato, mica voleva diventare suora.

Bisognerà mettersi l’anima in pace. La prospettiva di essere brutta e stupida potrebbe far venire dei seri dubbi sull’esistenza di una giustizia universale ma tant’è. Ci sono anche le belle intelligenti e le brutte cretine. L’occhio malizioso impera e, diciamocelo, ha contagiato anche noi donne. Il malocchio è il concretizzarsi dell’invidia che era considerata una malattia come la peste. I medici la diagnosticavano dall’ingiallirsi degli occhi, dal pallore guance e del didietro. Secoli di penitenze non si buttano giù come un bicchier d’acqua e un certo piacere della domination resta. È malato? È sconcio? Sarà, ma l’amo del castigo miete ancora le sue vittime. Non c’è sociologia a buon mercato che tenga, le frasi nei Baci perugina sono frutto di quella tensione poetica fra dama dal cor gentile e dark lady shakespeariana, con le dovute ibridazioni. Puttana, bagascia, ministress. Nessuna di queste soavi parole potrà fermare il tempo. Quindi inutile fare del vittimismo e gridare “Al lupo al lupo”: non è certo l’essere trattate con i guanti bianchi che ci salverà.