Un frammento abbagliante di Nietzsche

0

Friedrich-Nietzsche Nietzsche le aveva definite “poche pagine abbaglianti” e in effetti sono ben collocate nella Biblioteca Minima di Adelphi: un frammento infinitesimale nell’opera omnia dell’autore dello Zarathustra nell’immacolata traduzione di Giorgio Colli. Su verità e menzogna in senso extramorale è dettato in fretta e furia all’amico Gersdorff nella primavera del 1873. Il giovane Friedrich Nietzsche gravitava a quel tempo intorno alla corte di Richard Wagner subendone la personalità. Non era ancora interamente se stesso. Stava infatti lavorando a La filosofia nell’epoca tragica dei Greci nel quadro della sua ricerca sui pensatori preplatonici, ma ebbe l’idea di sottoporlo al compositore, il quale non gradendo il lavoro lo veicolò su temi di attualità. Erano nate così Le considerazioni inattuali.

Friedrich Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale, Adelphi, 2015

Tuttavia Nietzsche non accantona veramente i suoi studi e compone questo breve saggio destinato a restare inedito ancora a lungo. Le si potrebbe definire un pugno di pagine che segnano una crisi, o meglio la svolta, nella vita e nel pensiero di Nietzsche. Perché qui egli demolisce il linguaggio rimarcandone la natura illusoria, e con esso la figura dell’uomo razionale. È un breve testo dal sapore dionisiaco in cui frantuma la “visione scientifica della realtà”. Segna il limite conoscitivo della parola, e con essa dell’umana presunzione di conoscenza, perché il parlare è una “follia bella” di cui solo l’uomo-filosofo ha piena coscienza. Un vero e proprio manifesto di scetticismo che tiene per sé fino al 1876. Anno in cui, deluso da Wagner e dal Festival di Bayreuth, taglia i ponti con l’anziano maestro e l’università. Rinasce allora come pensatore e scrive Umano, troppo umano. Per il quale queste poche pagine avevano preparato segretamente il terreno.