Il dadaismo virtuale di Daco Costantin

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Daco Costantin – Installazione in Second Life

E’ sempre più frequente, nei mondi virtuali, incontrare artisti che provengono da un percorso nell’arte reale e che lì dentro sperimentano nuove forme, riempiono nuovi spazi. Le piattaforme 3D mettono in contatto l’artista della materia con l’intangibile che tuttavia diventa percorribile, coinvolgendo emozionalmente chi si lascia trasportare in quel flusso senza tempo che la creatività globale riesce quasi a rendere corporeo. Ed è proprio la creatività globale, il confronto e l’interazione continua con artisti di ogni parte del mondo ad affascinare Daco Costantin, artista bellunese cresciuto in Germania sei mesi l’anno dall’infanzia alla maturità.
“La Germania e i suoi musei hanno influito notevolmente sulle mie scelte artistiche”, ci racconta Daco. “Grazie al lavoro dei miei genitori frequentavo musei e palestre e conoscere l’arte era, all’inizio, un bellissimo gioco. I musei tedeschi sono quelli gestiti meglio al mondo e la loro visione dell’arte come industria riesce a valorizzare il patrimonio portando benefici al Paese. In Italia forse solo il Mart si avvicina al modello della Germania, ma qui manca ancora una coscienza dell’industria arte e una reale consapevolezza del nostro patrimonio. La cultura in Italia è provinciale” continua Daco Costantin. “Se pensiamo che nel l’unico movimento d’avanguardia italiano prima della guerra è stato il Futurismo, mentre in Europa ne nascevano continuamente, possiamo facilmente valutare l’esigua lungimiranza”.

Non ha tutti i torti Daco Costantin, considerando come il suo approccio alle piattaforme virtuali lo annoveri tra i pochi artisti italiani attivi in questa fetta di contemporaneità che solo nel nostro Paese è ancora ignorata. Daco è un autodidatta e si vanta di non aver studiato nelle accademie, scegliendo di ricercare e approfondire ciò che gli era più congeniale.

“Ho studiato per conto mio l’espressionismo e l’astrattismo degli anni ’50/’60. Ho amato molto Emilio Vedova, artista mal visto di cui ancora oggi sento parlar male” ci confida Daco. “Ho indagato a fondo Burri, altro artista demonizzato dagli italiani in quanto fascista ma salvato poi dagli americani. Sono stato sedotto da Manzoni, Fontana e da molti artisti italiani dell’Arte Povera e della Transavanguardia e mi son lasciato contaminare un po’ da tutti. La mia pittura è espressionista, astratta, istintiva, ma ciò che produco nel mondo virtuale è completamente diverso”.
Infatti le opere di Daco Constantin, conosciuto in Second Life anche come Daco Monday, hanno un aspetto quasi surrealista e metafisico, una “provocazione dadaista” come lui la definisce, come un filo conduttore che unisce i suoi due modi di esprimersi.
“Ce l’ho messa tutta nell’imparare la grafica 3D”, ci confessa Daco, “anche se è una maniera completamente diversa di disegnare. Nel 3D è cerebrale, arte numerica, dissimile dall’espressionismo istintuale. Qui il cervello viene dopo l’istinto e ammetto che la tecnica non mi piace, però mi piace usarla. Chi sa disegnare non va d’accordo coi numeri, quelli necessari per modellare i prim e ottenere delle forme tutt’altro che geometriche. Ogni volta mi stupisco come tramite questa tecnica mi escano indirettamente delle forme simboliche che mi accorgo essere tali solo dopo averle modellate. Evidentemente c’è una ricerca psicoanalitica di concetti esistenzialisti e molto del fascino di questi ambienti deriva anche dalla scoperta di cose che in realtà non avremmo mai concepito“.

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Daco Costantin – Installazione in Second life

L’idea di Daco è che l’arte non debba dare risposte ma creare domande e portare allo scoperto il malessere di ognuno riguardo l’esistenza. E afferma che solo vivendo le culture del proprio tempo si possono trovare le risposte sul nostro domani.
Nelle opere 3D di Daco Costantin compare spesso il suo autoritratto reale: in una pellicola, su uno schermo, su una parete. Gli chiediamo quale sia il messaggio che ogni volta intende trasmettere inserendo la sua icona.
“Non è egocentrismo”, risponde sorridendo, “ma un escamotage per evitare di chiedere i permessi ad altri per immagini di loro proprietà. Poi è anche un modo per sottolineare l’identità reale in un mondo virtuale e la mia figura sottolinea che dietro l’avatar c’è una persona reale a tutti gli effetti“.
Infatti Daco è uno dei pochi artisti che in Second Life dichiarano pubblicamente la propria identità reale, mettendosi palesemente in gioco.
“Ci sono ancora molti pregiudizi nei confronti di queste piattaforme tridimensionali”, ci spiega, “chi non è mai entrato non vede di buon occhio gli artisti che vi lavorano. L’uomo comune ha difficoltà nell’accettare un discorso creativo che vada oltre i propri limiti cognitivi e parlarne fuori è spesso controproducente”.
Tuttavia Costantin ha esposto recentemente, nella Sala Polifunzionale Di Fusine di Zoldo, un’opera realizzata nel mondo virtuale e ricostruita in 3D con materiali solidi. L’opera ha stupito i visitatori della mostra, ma pochissimi hanno compreso il passaggio dell’opera stessa da un mondo virtuale a quello reale. Per l’artista, quello nei mondi virtuali è un percorso contemporaneo che egli paragona alla “street art”. Allo stesso modo le opere partono dal basso: i graffitari dipingono un muro, nel mondo virtuale gli artisti dipingono un pezzo di rete. E in modi diversi le opere prima o poi scompaiono: cancellate dal tempo o da una password mai più recuperata.

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Daco Costantin – Installazione in Second life

Daco Costantin guarda già avanti e immagina che molto presto, con l’avvento delle nuove piattaforme e con la velocità di evoluzione della tecnologia, i nostri avatar saranno sostituiti dalla persona medesima che interagirà senza tramiti o estensioni in pixel.
“Ci troveremo tutti come fossimo a bordo dell’Enteprise” conclude, “e l’arte contemporanea si espanderà in numerose direzioni anche contrapposte, come in un’esplosione dell’universo”.
Non ci resta che attendere questo prossimo Big Bang che, secondo Daco, abbatterà i confini tra realtà e metafisica. Quadri, sculture e installazioni penetreranno la realtà tramite olografie in cui l’utente fisico potrà entrare come l’avatar nel mondo virtuale. Mentre la proiezione dell’utente-avatar potrà infiltrarsi negli ambienti fisici e interagire con persone in carne ed ossa.
Una visione possibile quella di Daco Costantin, che si concretizzerà più velocemente di quanto riusciamo a immaginare.

Il blog di Daco Costantin:
https://dacostantin.wordpress.com/