“Un attimo prima”. Ordinarie eroine della Grande Guerra

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Claudia Campagnola
Claudia Campagnola

Chissà quanti di voi avranno memoria delle Portatrici Carniche? Eppure sono state fondamentali nel primo conflitto mondiale. Nella Carnia: regione geografica del Friuli Venezia Giulia, al confine con l’Austria; territorio impervio, isolato, c’erano donne che portavano vettovaglie, munizioni, medicinali ai nostri soldati. L’unico modo di raggiungere la prima linea del fronte, in alta montagna attraverso delle mulattiere, era proprio il trasporto a spalla di queste volontarie. Venne costituito così un corpo di ausiliarie di età compresa fra i 15 e i 60 anni, che hanno dimostrato nel conflitto una forza pari a molti battaglioni.

La gerla è la vera protagonista di questa storia: cesta di legno e vimini intrecciata a forma di cono rovesciato che arrivava a pesare anche 40kg. E queste donne volontarie al ritorno, potevano anche riportare barelle con feriti, moribondi, cadaveri. Avvicinarsi a queste combattenti non è facile. Il ricordo centenario è sempre oggetto a manipolazione e costruzione postuma: irrazionale interventismo, irruenza bellica e c’è il problema delle fonti e delle versioni romanzesche. Una guerra massificata, moderna, con mitragliatrici, gas asfissianti. E le donne? Ormai nessuno si ricorda di loro.

Merito quindi dello spettacolo Un attimo prima. Le donne nella grande guerra, diretto da Norma Martelli, scritto da Paolo Logli e interpretato da Claudia Campagnola, che con la sua interpretazione dolce e materna, conferisce nobiltà e dignità effettive a queste piccole grandi eroine di grande coraggio. Come sottrarsi alla routine micidiale di morte, fatta di rumori, silenzi, scoppi infernali, qui ben raccontati. E l’illusione di un amore, l’innocenza della montanara, le belle musiche di Enrico Blatti, tolgono ogni retorica alla concezione eroica della guerra.