E’ ora di salvare draghi e delfini di Kaulon!

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Una delle raffigurazioni del Drago di Kaulon (dalla pagina Facebook dell’archeologo Francesco Cuteri)

Uno dei siti archeologici più interessanti del Mediterraneo vive sul filo della precarietà. Si tratta dell’antica Kaulon, colonia magnogreca fondata nel VII sec a.C, che oggi si trova nel comune di Monasterace (Reggio Calabria). L’anno scorso l’ònere delle cronache: le mareggiate stavano portando via una parte del tempio dorico. In extremis furono sbloccati i fondi per metterci una pezza.

E intanto gli studi vanno avanti: tra le scoperte di rilievo degli ultimi anni c’è il più lungo testo in lingua achea d’Occidente (la cosiddetta “Tabula Cauloniensis”, ritrovata da Maria Cecilia Parra, della Normale di Pisa) e l’incredibile “Mosaico della sala dei draghi e dei delfini” (scoperto dall’archeologo Francesco Cuteri nel 2012), che per estensione, articolazione, lavorazione è uno dei più significativi ritrovamenti magnogreci degli ultimi decenni. La sua complessità costruttiva è stata evidenziata da uno studio multidisciplinare dell’Università della Calabria (prima firma il petrografo Domenico Miriello) appena pubblicato sulla rivista tedesca Archaeological and Anthropological Sciences (leggi l’abstract)

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La cosiddetta “Sala dei draghi e dei delfini”

Urgono lavori per proteggere, mettere in sicurezza, e rendere visitabile il mosaico. Ma al momento non sono ancora iniziati. Il meraviglioso reperto si trova sotto la sabbia. A pochi metri dal mare, in agguato.