Marco Lodola (Dorno, classe ’55) è un artista da sempre legato al far luce. Luce spettacolare come quella del cinema o della televisione, le sue opere le puoi trovare sul palco di X-Factor e in un film di Pieraccioni, ma anche in una piccola galleria di Ostuni. Un artista davvero pop insomma, nel vero senso di “popular”. La sua luce è celebrata stavolta dalle trenta candeline della Fondazione Nordelettrica Impianti, in una sede talmente luminosa da far invidia ad una costellazione. La mostra (visibile nella sede Nordelettrica, a Fusignano, fino al 13 settembre) si chiama Quadri Elettrici e raccoglie alcune delle opere più potenti e imponenti dell’artista: si tratta di iute, tele, collages e “light boxes”, i quali racchiudono forme e colori che da sempre rappresentano il tratto distintivo dell’artista, fondatore del cosiddetto “Nuovo Futurismo”. «Un’arte terapeutica, serena e che emana energia», l’energia stessa che emana luce, ovvero l’elettricità.
Ecco così che i contorni delle sagome divengono tratto-pen al neon, e i colori, rigorosamente come campiture piatte dentro le righe, si accendono per divenire sempre più spettacolari e sfavillanti, perché – dice l’artista- «i colori non si vedrebbero senza luce». Non solo neon, ma anche perspex, plexiglass e smalti, tanto brillanti da competere con le pagine patinate di Vogue. Un’estetica dal gusto vintage, delle pin-up che ci ricordano il flipper di noi bambini, la spensieratezza e la serenità di un tempo, pur sempre al passo coi tempi e…più veloce della luce! L’innovazione si unisce alla tradizione come nella filosofia di Nordelettrica, che ha seguito passo passo lo sviluppo del settore energetico fotovoltaico, eolico e idroelettrico in Italia e all’estero, e che ha scelto un artista del calibro di Lodola per onorare al meglio il 2015 come Anno Internazionale della Luce proclamato dall’Unesco.