«Al centro del nostro lavoro si trova un amore romantico, onirico, ma mai consumato carnalmente e che quindi non ha una fine. È eterno, come la ricerca che ne scaturisce», spiegano Alfonso Tramontana e Ginaski Wop. I due musicisti romani, in arte Bardamu, partendo da Dostoevskij e da una ricerca musicale volutamente non tradizionale, «ci piace maltrattare la musica» ripetono, hanno dato vita all’album “Le notti bianche”. Un concentrato di poesia, distanze, innocenze e soprattutto di suoni ricercati e mai banali. «Brani nati in passato, ma anche più recenti che intendono condurre il pubblico a una dimensione rarefatta, surreale, come a inseguire e conseguentemente rifugiarsi in quelle innocenze che, ormai, geografie e tempo hanno reso distanti», racconta il duo.
Il riferimento letterario del titolo è palese: come nell’omonimo romanzo di Dostoevskij la sequenza sonora del disco è scandita per blocchi: quatto notti e un mattino. «Di notte in notte, fino a un mattino pieno di verità, si articolano storie d’amore, di quartieri, di amici turbolenti, di autostrade, di bar e di cieli fumosi. Dal punto di vista musicale tutto questo è reso non seguendo degli schemi precisi: strumenti armonici diventano ritmici, la tensione musicale cambia costantemente proprio per trasmettere una sensazione di viaggio perenne», continuano.
La notte a Milano, E balleremo l’amore, Punto di corda, Via della vite, tutti brani che portano lontano, quasi mettessero delle ali ai piedi dell’ascoltatore. I Bardamu hanno vissuto per circa dieci anni all’estero, nella loro carriera hanno collaborato con artisti del calibro di Giorgio Conte, Buena Vista Social Club, Alessandro Haber, Andrea Pinketts, Baba Sissoko e tanti altri.
«Abbiamo stretto rapporti con scrittori e artisti diversi dal nostro campo perché la musica è una delle forme di espressione, ma non è la sola che utilizziamo – sottolineano – durante i nostri live non mancano reading e proiezioni di immagini, la dimensione teatrale in cui diverse componenti si abbracciano è quella che più ci soddisfa». Un ritorno, quello in Italia, arrivato dopo tanti anni passati soprattutto in Spagna e a Cuba. «Le tradizioni e le identità sono fondamentali per l’uomo, forse è anche per questo che siamo tornati – concludono i Bardamu – abbiamo portato a termine un viaggio».