Colpo Wexler. Architetto visionario di luoghi virtuali

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Helon Palace

Fin dai primordi dei mondi virtuali, gli scenografi e gli architetti trovano, nel Metaverso, spazi nei quali hanno la possibilità di visualizzare anche i progetti più arditi: progetti che nella realtà non potrebbero mai vedere la luce.
Dario Buratti, conosciuto nei mondi virtuali come Colpo Wexler, è forse il più visionario tra gli architetti internazionali che in Second Life costruiscono intere isole. Milanese, laureato a Brera in Scenografia, il suo sogno di allestire isole virtuali è cominciato proprio durante gli studi all’Accademia. Con la moda incombente di “Ai confini della realtà”, negli anni ’80 Dario cominciava a immaginare set per realtà virtuali e appena comparve Active Worlds, il primo mondo virtuale in 3D nel 1998, lo scenografo visionario vi si catapultò dentro. C’era un governatore che assegnava terreni, un editor con cui costruire e benchè si trattasse di uno strumento arcaico ne rimase affascinato. C’era l’idea.
Quando arrivò Second Life, Dario Buratti fu uno dei primi italiani ad accedervi comprando land e costruendo piccole case per poi rivenderle con il terreno e tutti gli accessori. Per capire come poteva funzionare l’interazione, creò il club di Itland per piccoli eventi e fondò una società con Federico Tronchetti Provera per commerciare in regioni e land. Dopo aver ricevuto in eredità ben 20 sim, Buratti s’impegnò nel commercio virtuale, vendendo e comprando oggetti e terreni. “Orientation Hitland” fu perfino luogo di ricezione per le new entry che accedevano smarrite al mondo virtuale.
Il salto di qualità avvenne nel 2010, quando gli fu commissionata la realizzazione virtuale di una parte della città di San Francisco direttamente da un referente del sindaco della città reale. Su 100 sim totali in cui si riproduceva San Francisco, ben 24 erano state costruite dallo scenografo milanese. Ma, poco tempo dopo, il mega-progetto s’interruppe a causa del licenziamento di numerosi collaboratori della Linden Lab, alcuni dei quali erano coinvolti direttamente nel San Francisco Project. Su ventiquattro sim in suo affidamento Dario Buratti ne conservò quattro, che formano a tutt’oggi la sua nuova Itland – Digital Cult, con il lab di architettura e gli store in cui sono in vendita le sue costruzioni.

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Fluid Nirvana Club

Abbiamo chiesto a Dario Buratti/Colpo Wexler per cosa si caratterizzano i suoi progetti.
“Direi principalmente per due peculiarità: l’iperrealismo e la sperimentazione”, risponde Dario. “La sperimentazione è vista come una variazione dello stile minimal, dato che giocando con la geometria cerco di creare dei volumi e dei moduli che potrebbero anche essere applicati nella realtà. Creo delle varianti che mi permettono d’inventare degli stili ibridi” prosegue, “comunque sempre caratterizzati dalla modernità e dalle linee tipiche del minimal. Iperrealismo, invece, nel senso che ci troviamo in un mondo virtuale, in ambienti che spesso sono poco realistici ed io cerco di raggiungere un realismo assoluto per dare la possibiltà all’avatar di raggiungere un livello immersivo molto simile a quello che si ha generalmente nella realtà ordinaria. Si tratta di architetture pensate per l’avatar ma che potrebbero essere riproposte nella realtà”.
Gli domandiamo come le sue strutture siano create con strumenti di modellazione 3D, poi importate in mesh e Buratti ci risponde che si tratta piuttosto di una modellazione ibrida tra mesh e prim. “Il vantaggio della modellazione eseguita con le mesh è che si può utilizzare un programma esterno come Blender, 3D Studio Max, Maya o altri strumenti simili” ci spiega, “che ti permette di creare dei modelli complessi risparmiando prim. Per esempio, mentre prima per costruire una panchina sprecavo 20 prim, la stessa modellata in mesh è solo un prim e a me fa comodo perchè le risorse delle sim sono abbastanza limitate”.
Infatti una sim ha 15.000 prim disponibili, ma per avere una fluidità di movimento al suo interno dovrebbe averne almeno 5000 liberi.

Abbiamo chiesto a Dario Buratti se ha mai pensato alla possibilità che i suoi progetti in Second Life possano attirare l’attenzione di istituzioni o imprese nel mondo reale. In genere questo non avviene e spesso ci si domanda quali passaggi manchino affinché diventi possibile.
“Mi è capitato più d’una volta d’incontrare degli architetti che mi chiedevano informazioni o che avevano preso spunto dai miei progetti virtuali per delle strutture che stavano realizzando nel mondo reale”, replica Dario. “Credo che la diffusione in Italia della piattaforma virtuale sia importante e più verrà conosciuta, maggiore sarà la possibilità d’integrare gli interessi comuni che possono avere dei builder su Second Life con degli architetti in Real Life“.

Può sembrare sorprendente, ma Dario Buratti ha fatto di questa attività il suo mestiere reale, quello con cui guadagna e vive. Le commissioni gli arrivano tramite mail o in privato, direttamente inworld. Il 30% dei suoi clienti provengono dai Paesi Arabi, a cui seguono quelli europei, principalmente inglesi, tedeschi, francesi e svedesi. Molte sono le commissioni da parte degli americani e persino dai giapponesi, mentre dal Sud America gli vengono commissionate principalmente sale giochi. I suoi clienti italiani, invece, sono l’1%. Ed è palese come la nostra Nazione sia arretrata nell’utilizzo dei mondi virtuali.

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Vision ONE Mega Store – Colpo Wexler durante l’intervista

Ma Dario Buratti, scenografo che disegna moduli e li assembla in ambiente virtuale immaginando linee estetiche, è una delle eccellenze italiane maggiormente apprezzate inworld. “Con il passare degli anni”, ci confessa in chiusura, “ho sviluppato una capacità inconscia di creare strutture come se utilizzando l’avatar saltassero fuori senza che ne avessi avuto cognizione prima della realizzazione. Non esiste quasi mai un progetto di base, le immagini appaiono improvvisamente. E’ come se mettessi il pilota automatico all’avatar e facesse tutto lui”.
E’ dunque rappresentata dall’avatar quella parte di noi che agisce nei mondi virtuali con un’intelligenza sconosciuta, che spesso ci sorprende anche se siamo noi stessi a guidarlo. Ed è una sensazione comune a tanti artisti che creano nei misteriosi labirinti del Metaverso.

 

Dizionarietto

Linden Lab: società americana che sviluppa piattaforme che consentono a chiunque di creare o vivere esperienze virtuali.

Builder: architetto o scenografo che costruisce sim, land, paesaggi, edifici.

Prim: primitive di modellazione geometrica progettate per la costruzione di modelli architettonici