“Fuoco Amico”, dalla cronaca nera agli intrighi internazionali

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Fuoco_Amico_foto_3_mini«Inizio a pensare, e a convincermene sempre di più, che siano le storie a venirci a cercare e non viceversa»: dichiarava questo, in un’intervista, Francesco Del Grosso, pensando ai film realizzati fino a quel momento, tra cui “Negli occhi” – un omaggio a Vittorio Mezzogiorno – e “11 metri”, il documentario dedicato all’uomo-calciatore Agostino Di Bartolomei, fino ad arrivare a “Fuoco amico – La storia di Davide Cervia”. È proprio di quest’ultimo lavoro che vogliamo parlarvi.

Forse ad alcuni il nome Davide Cervia non risulterà sconosciuto, soprattutto se seguite “Chi l’ha visto” (la trasmissione su Rai Tre condotta da Federica Sciarelli), ma la potenza cinematografica e il raggio di utenza che può raggiungere il grande schermo (se glielo si permette) hanno portato il regista romano a (pre)occuparsi di questa storia, che merita di essere conosciuta.

Fuoco amico 50x70locandina«Raccontare la storia di Davide Cervia significa raccontare la storia di un uomo segreto, costretto a convivere con un passato che ha dovuto tenere nascosto anche dopo esserselo messo alle spalle. La sua è la storia di un uomo, un marito, un padre e un cittadino svanito senza lasciare alcuna traccia in un giorno come tanti, la cui esistenza è da venticinque anni sospesa tra la vita e la morte». Il 12 settembre del 1990 Cervia non torna nella sua casa di Velletri (RM) e solo grazie all’ostinazione e alla tenacia della famiglia e di civili – compresi alcuni giornalisti -, pian piano, iniziano ad emergere delle mezze verità che conducono verso tasselli da intrigo internazionale. “Fuoco amico” riesce a restituire il vortice in cui queste persone comuni si sono ritrovate, subendo atti intimidatori, depistaggi, pressioni, facendo i conti con i silenzi e i non detti. Il merito va a un occhio della macchina da presa che fa la radiografia dei sentimenti senza scadere nel pietismo, alla cura drammaturgica con l’utilizzo della grafica (Lena Di Gennaro) e all’ottimo ritmo di montaggio (Francesca Sofia Allegra) e a musiche che lo cavalcano (curate da Raffaele Inno).

Potreste pensare che si tratti di un caso, ma è una storia che ci riguarda tutti, e lo scoprirete ancor più vedendo il film. Dopo un’iniziale difficoltà nella distribuzione, l’iter ha cominciato a sbloccarsi col Bif&st 2014 dove “Fuoco amico” è stato presentato in anteprima, a cui son seguiti diversi festival tra cui il Premio Safiter per i Diritti umani al Salento Finibus Terrae conferito al regista Francesco Del Grosso e una proiezione alla Camera dei Deputati.

Il 7 luglio anche il pubblico milanese potrà vederlo al Cinema Beltrade grazie a Movieday – la prima piattaforma web che consente a chiunque di organizzare proiezioni nelle sale cinematografiche, ovviamente selezionando tra i film presenti, tra cui pellicole indipendenti.

Conoscere questa storia significa prendere consapevolezza di uno dei tanti Segreti di Stato, ricordandoci ancora una volta che lo Stato è fatto dai cittadini per cui ciò che si può fare come comuni mortali e, in questo caso, grazie al cinema è non far cadere nell’oblio e chiedere, nel nostro piccolo, che venga fatta luce.