Esiste una sottile differenza fra lo “stare sereno” e lo “stare tranquillo“? Per chi usa con sapienza le parole, certamente saprà cogliere i diversi stati d’animo e interpretare i meandri della psicologia. E se fossero invece soltanto dei fraterni e amichevoli segnali di vicinanza e di amicizia? O le frasi potrebbero aver assunto un nuovo e diverso significato, come ad esempio la gradazione di una scala tellurica per calcolare l’intensità di un terremoto politico?

In effetti, sembrerebbero parole rassicuranti di uso comune, se non fossero state pronunciate da Lui, da Matteo Renzi: allora il timbro si fa tetro, foriero di “sinistro” malaugurio. Ne sa qualcosa l’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta, destinatario di uno storico “Stai sereno” nel giorno di San Valentino, e divenuto proverbiale con le conseguenze che tutti ricordiamo.
Tocca ora al sindaco di RomaMafia Capitale “Ignaro Marino san”, destinatario delle attenzioni del leader Renzi, che si arrovella per capire se nel nuovo dizionario del PD “Stai tranquillo” sia meno preoccupante di “Stai sereno”.
La coerenza del Sindaco è notoria: andare avanti a tutti i costi, resistere e ignorare cosa lo circonda, negare l’evidenza dei fatti, ritenere che il degrado politico, morale, sociale, strutturale della capitale siano responsabilità altrui, conseguenza inevitabile della scelta di rompere con il passato, con le sue compromissioni e con i suoi malaffari, salvo poi scoprire che poco o nulla è realmente cambiato.
Bontà sua, anche Renzi inizia a compatire i romani, vittime di Mafia capitale e della scarsa efficienza di governo e amministrazione della città. Il peggioramento della qualità della vita è davanti ai nostri occhi: lo testimoniano i disservizi e il crescente degrado di una metropoli da Terzo mondo e per di più chiamata a cimentarsi con una nuova improba sfida: il Giubileo della Misercordia, proprio quella stessa misericordia di cui noi tutti abbiamo bisogno.

E cosa risponde “Ignaro Marino san”? Parla della grandezza del Teatro dell’Opera, farnetica di progetti futuri, sforna loghi per rendere attraente l’Urbe sui mercati turistici internazionali, si muove in bicicletta, difende la trasparenza “presunta” della sua gestione, ma glissa sulle critiche e il malessere crescente, rinchiuso sulla rocca del Campidoglio assediato sempre più da vicino dai Galli, dai Grilli e dalle truppe amiche.
Non vorremmo che, come l’ultimo resistente giapponese della II Guerra Mondiale, Ignaro Marino san venisse a scoprire, trent’anni dopo, che la guerra era finita con la sconfitta del Sol Levante e della “gioiosa macchina da guerra”, unico ancora a credere nella celestiale forza dell’imperatore. La nostra città e l’Italia intera non se lo possono più permettere!
Qui da noi l’impero è finito da secoli, ma vale ancora il detto panem et circenses: allora, come alla stadio, cantiamo tutti insieme Marino Stai Tranquillo, Roma sopravviverà ai tuoi disastri …
P.S. Secondo voi, pronunciando la frase magica ” Stai sereno” potrebbe accadere qualcosa anche al buon Matteo 1 e 2?