Fashion Food: il cibo è di moda

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Moda e cibo. Un’accoppiata chiamata a soddisfare, ognuna nel proprio campo, il piacere delle persone. Si pensi alla capacità di un dolce o di un buon gelato di spazzare via il grigiume di una giornata storta, oppure alla terapia dello shopping, tanto amata dalle donne, che trovano negli acquisti folli il sollievo da un periodo no. Ora più che mai, con l’Expo alle porte, moda e cibo si incontrano, si fondono, patteggiano proponendo collezioni e capsule pronte a conquistare chi non sa rinunciare tanto ad un buon acquisto, quanto alle gioie del palato. Ma se si pensa che questo matrimonio sia solo il frutto di un trend del momento indissolubilmente legato all’imminente inaugurazione dell’evento che renderà Milano Capitale del mondo per il prossimo semestre si sbaglia: già in passato infatti designer e stilisti hanno saputo trovare nel cibo l’ispirazione ideale per le proprie collezioni.

Uno fra tutti? Il genio irriverente chiamato a guidare Moschino, Jeremy Scott, che per il suo debutto sotto l’egida della griffe si è lanciato in una ironica provocazione ai tempi frenetici della moda, proponendo in passerella, tra pasti per bambini e divise da cameriera, il binomio fast fashion-fast food. Molto più zuccheroso invece, lo scorso inverno di Manish Arora, che ha costruito la più sgargiante delle collezioni con dolcetti e pasticcini variopinti stampati sugli abiti per sopportare il freddo a suon di calorie e cupcake.

Quello del cibo in passerella insomma è un trend che cresce, e si ‘alimenta’ già da qualche stagione, e che ha trovato pane per i suoi denti, è il caso di dirlo, nella creatività dei due designer di Au Jour le Jour, paladini delle stampe ironiche e divertenti, che per l’attuale primavera/estate si sono lanciati in abitini tuttifrutti e sushi da portare con disinvoltura su minidress e gonnelline.

A tutto cibo quindi, soprattutto quando mancano davvero pochissimi giorni all’inaugurazione di Expo2015, che ha favorito la tendenza del momento seducendo brand italiani e internazionali pronti a dedicare capsule collection rigorosamente coordinate con il tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Se la gastronomia giocherà, nei prossimi mesi, la parte del leone, il mondo del lusso è deciso a non restare indietro, allineandosi invece al passo veloce della manifestazione. Ecco quindi fioccare omaggi e collezioni ad hoc, come quella di Dodo di Pomellato che ha sostituito gli iconici animaletti d’oro con pentole, formine e mestoli in argento e oro rosa da portare al polso separati dalla una schiera di maccheroncini forgiati per la ‘Lucky Chef Collection’ al posto delle classiche pepite, o come le fruttate delizie promosse da La Caramella d’Oro, che proprio in occasione dell’Expo presenterà la sua nuova collezione di gioielli #eatyourjewel: un viaggio succoso tra i frutti del Bel Paese tradotti in piccoli preziosi in argento brunito ed ematite con zaffiri, rubini e zavorriti. L’Italia dei sapori è al centro dell’attenzione anche di Gioielli Dop, neonato brand deciso a tradurre in bijoux le eccellenze alimentari famose in tutto il mondo, mentre la pasta- penne, farfalle e pipette- fiore all’occhiello della dieta mediterranea, è la regina incontrastata della collezione in edizione limitata di Rosato.
Cibo da sfoggiare come un gioiello prezioso, ma anche da indossare, con fierezza, su abiti e t shirt. Ne propone alcune Manymal, che attraverso l’operato di Milo Angeloni e Irene Spallanzani reinterpreta liberamente le “teste composte” dell’Arcimboldo mentre Marella declina su 6 magliette in cotone organico i prodotti agricoli più caratteristici, dalle arance rosse ai fichi d’india. Il primato però, spetta ad Alessandro Enriquez, genio di An Italian Theory, brand creato appositamente per esaltare il Bel Paese. Il designer siciliano è stato il primo a proporre una collezione dedicata all’Esposizione Universale. Si chiama 10×10 An Italian Theory e propone gonne a ruota, abitini retrò, bomber e accessori, dove sono i simboli tricolore della tavola a farla da padrone: pasta, pizza e così via.

Non è necessario indossare qualche delizia culinaria però, per portarsi a casa un simbolo dell’Expo2015 e conservarne il ricordo nel tempo. Salvatore Ferragamo per esempio, oltre ad aver lanciato foulard e cravatte a tema food, omaggia la rassegna con i suoi grandi classici, dalla zeppa rainbow alla Sofia Bag, reinterpretati in chiave eco friendly grazie all’uso del sughero e dei tessuti naturali.

di Donatella Perrone