Vecchioni, chiacchiera meno e canta di più!

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Che meraviglia Roberto Vecchioni quando canta. Ma perché canta poco? Ieri sera al teatro Duse Bologna è andato in scena Viaggi nel tempo immobile lo spettacolo in tournée da pochi mesi di Roberto Vecchioni, accompagnato solo dal musicista Massimo Germini. Il professore si è raccontato in una sorta di intervista e «brani scelti appositamente per Bologna» con l’aiuto del giornalista toscano Fabio Canessa.

imagesDurante la prima ora il duo Vecchioni-Canessa incespica davanti ad un pubblico plaudente. «Tra 50 anni i suoi testi saranno nei manuali scolastici, è poesia pura», annuncia Canessa presentando Vecchioni che ama definirsi “lanciatore di coltelli-idee”, «è l’unico che ha vinto Sanremo ed è stato anche candidato al Nobel» poi avverte subito dopo il giornalista, «la cultura è ingombrante, troppe citazioni appesantiscono, ma» puntualizza Canessa «non è il caso di Vecchioni».

Per aiutarsi in questo percorso i due si appoggiano all’ultimo romanzo del cantautore (ma non vorrei essere offensiva a chiamarlo così), Il mercante di luce (Einaudi, 2014), un padre e un figlio, una storia d’amore per la vita e i libri. Lo spettacolo tarda ad arrivare, segue una sorta di lezione sui classici greci, la presentazione del libro «sul quale l’Einaudi ha voluto che facessi come desideravo» racconta Vecchioni in tono confidenziale, «non erano troppo convinti, ma è schizzato in cima alle classifiche» (che vuoi fare!), poi anche alcune canzoni. Finalmente. 

«La canzone d’autore è la poesia del futuro, analizza senza storpiature quello che succede e lo restituisce fluido, diretto», canta L’ultimo spettacolo e anche quelli che stavano ripassando Omero e Saffo finalmente tacciono e siamo tutti alla stazione centrale di Milano a salutare per l’ultimo volta il nostro amore. Vecchioni torna in aula, non poteva mancare l’omaggio a Carducci «se non a Bologna dove?». Ma è Saffo a riportarlo al canto «con lei inizia la lirica» e anche Il cielo capovolto, «gli uomini veri sono due tipi, tragici o lirici» afferma il professore. «I primi non hanno soluzioni ma gesti definitivi, i secondi illuminano le cose».

Lo spettacolo continua con Le lettere d’amore l’omaggio al poeta portoghese Fernando Pessoa, poi Luci a San Siro e infine l’omaggio di Danilo Sacco, ex voce dei Nomadi che dal 2012 ha intrapreso la carriera solistica, ospite speciale che a fine spettacolo omaggia il professore cantando Stranamore.  E alla fine lo spettatore non può non constatare che il Professore, a dirla tutta, dà il meglio quando fa il suo mestiere. Cantare canzoni. 

 

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2 Commenti

  1. vecchioni ? un’altra nullità conclamata , che campa con soldi pubblici , dopo aver preso voti di obbedienza a sinistra .

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