Ignazio Marino e il Giubileo della Misericordia

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Nel secondo anniversario della sua elezione, Papa Francesco annuncia a sorpresa il Giubileo della misericordia, un Anno Santo straordinario che porterà a Roma almeno 25 milioni di persone.

“Lieta notizia, Roma è pronta ad affrontare questo evento”, ha dichiarato con spensierata leggerezza il sindaco Ignazio Marino senza mostrare il minimo assillo per una città quotidianamente assediata da ingorghi, buche e sporcizia.

Il vigile Ignazio Marino
Il vigile Ignazio Marino

Pronta? Roma si risveglia ogni giorno sull’orlo del collasso: sistema dei trasporti inadeguato, traffico ingovernabile, paralisi causate dai cortei, indecente servizio di pulizia urbana, costo eccessivo degli alberghi, scandalo dei turisti olandesi lasciati allo stato brado, tramonto delle regole condivise di cui il Campidoglio per primo ha dimenticato il valore. Ogni aspetto quotidiano ci mostra l’incapacità degli amministratori pubblici di governare la città.

Questa Roma non può reggere l’urto del Giubileo straordinario: gestire milioni di pellegrini in una città non organizzata può rappresentare un grave pericolo per chi arriverà a Roma e creare disagi insostenibili per la cittadinanza.

Il sindaco Marino non fa in tempo ad esprimere la propria soddisfazione, che una nota delle segreteria Pd precisa: “La decisione annunciata dal Santo Padre di tenere il Giubileo straordinario è una bellissima notizia, che riempie di orgoglio e di gioia i romani e tutti gli italiani. Roma, però, nelle condizioni attuali non è pronta. Bisogna al più presto creare una cabina di regia per condurre in porto un avvenimento così grande“.

Smaltita la sorpresa, a Palazzo Chigi è tempo di preoccupazioni. Il Giubileo è uno di quegli appuntamenti di caratura planetaria che l’Italia non può permettersi di sottovalutare, specie sotto il profilo organizzativo. Una cabina di regia nazionale non è auspicabile, è semplicemente indispensabile. C’è di mezzo il nodo della sanità pubblica, della mobilità e della sicurezza, soprattutto dopo gli iperbolici proclami sulla prossima conquista di Roma diffusi dall’Isis, che non potranno mai concretizzarsi, ma che nondimeno presentano rischi concreti per la sicurezza nazionale.

In Campidoglio osteggiano l’ipotesi della cabina di regia e di un commissario che assuma su di sé il coordinamento degli interventi. A dispetto dei segnali contrari che arrivano da ogni parte, Marino ha deciso di resistere e di fare da solo, emulo di 007 che in questi giorni ha solcato sicuro e veloce le vie di una finta città ordinata, pulita e priva di traffico: ha istituito un pool interno al Comune, composto dagli assessori alla mobilità, lavori pubblici, urbanistica e grandi eventi che si interfaccerà con Palazzo Chigi, Vaticano e Regione Lazio per discutere le misure da adottare.

Papa Francesco
Papa Francesco

Il caso Roma va inserito nell’agenda di governo; l’immediata richiesta di cento milioni di euro di contributo filtrata dal Campidoglio appare disarmante per la semplicistica rapidità con cui è stata calcolata. Servono soldi, idee, uomini, intelligenze, capacità di lavoro che la Giunta Marino ha finora dimostrato di non avere. L’Italia e la sua Capitale non possono permettersi, dopo tante orgogliose parole sul rilancio del Paese, di offrire al mondo la realtà di una Roma caotica, sporca, costosa e povera di servizi.

Il marchio della città, recentemente offeso dal ridicolo logo Rome&You, non può bastare da solo ad accogliere milioni di turisti-pellegrini (che porteranno denaro e ricchezza), altrimenti sarà, per dirla con il prossimo logo mariniano, un Rome bye-bye.

Che Papa Francesco abbia indetto il Giubileo della misericordia pensando ad Ignazio Marino?