Il Mercurio dark di Corrado D’Elia

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mercurio d'eliaCi sono davvero pochi registi che riescono a far venire il sospetto che il Teatro di Regia non sia morto sepolto sotto un altro tipo di teatro d’Arte performativo e di concetto, spesso vuota riduzione a simboli perlopiù poveri di senso. Uno di questi ancora-registi è Corrado d’Elia che, a differenza di quanti magari poco più che quarantenni come lui annaspano cercando un’idea che li permetta di distinguersi dalla massa, indubbiamente riesce a portare in scena spettacoli compiuti, costruiti con semplicità e vero senso artistico. Il teatro si fa anche con pochi soldi, ma senza idee non si scampa al disastro annunciato.

E, quanto a D’Elia, d’idee ne ha da vendere. Ha debuttato lo scorso 26 febbraio (fino al 10 marzo) l’ultima produzione del Teatro Libero, ovvero “Mercurio”, di Amélie Nothomb, per il progetto, adattamento e regia appunto di Corrado d’Elia, anche direttore a artistico di questo piccolo teatro a Milano in via Savona 10. Il testo della scrittrice belga racconta di un mondo a parte, su un’isola deserta, e l’azione si svolge nel castello di If, del vecchio Capitano Homer Loncours (Gianni Qullico) che qui vive con la sua giovane pupilla Hazel (Valeria Perdonò). In questo ambiente chiuso e misterioso capita, un giorno, l’infermiera Francoise (Monica Faggiani), chiamata proprio dal Capitano per curare la ragazza, che si sente afflitta. Da cosa? Presto si capisce, tra misteriose voci e sussurri o battiti d’ala inquietanti fuori campo, come improvvise apparizioni dei personaggi sul palco, che nel Castello regna un’energia tutt’altro che positiva.

Sarà Francoise a doverci rivelare, attraverso le sue stesse coraggiose quanto involontarie scoperte, che l’uomo è morbosamente attratto dalla giovane, e la sua protezione è facilmente comprensibile come una vera e propria prigionia: con delicatezza e ottima resa scenica lo spettacolo immerge nelle vite deformate e sole dei protagonisti, che temono la realtà e piuttosto vivono nel buio di un’esistenza mascherata, in un “incubo da amare” anche solo perché ne si conoscono i confini.


Attraverso ciò che avviene sulla scena si entra in un mondo dark, di omicidi premeditati attraverso il Mercurio, di maschere bianche che coprono completamente il volto, di libri che manterrebbero la memoria di una vita, o di esistenze cancellate come niente e sostituite semplicemente con altre.

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Orari: Da lunedì a sabato ore 21.00. Domenica ore 16.00. Giorno di riposo mercoledì 4 marzo.

Contatti: 02 8323126, [email protected], www.teatrolibero.it

Biglietti: intero € 21,00, ridotto under26 e over60 € 15,00