Massimiliano Regoli, quando il fumettista scappa in Mongolia

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“Dopo anni che mi davo da fare; giravo tra Venezia, Firenze e Brescia; che cercavo di creare reti di hopper-lucia-lastlavoro, di migliorare, nel mio piccolo, la situazione delle scuole come professore e coordinatore; che cercavo di far lavorare ragazzi giovani, di costruire qualcosa che funzionasse; che portavo avanti associazioni culturali, mi sono ritrovato tra riforme dell’istruzione, tagli, tasse folli per le partite iva e clienti insolventi”. Se siete laureati e avete più di 25 anni conoscete bene questa situazione. I più fortunati ne saranno venuti a conoscenza indirettamente, perché vissuta da un amico o una persona vicina; i meno fortunati hanno provato tutto e si riconoscono in ogni parola di Massimiliano Regoli, professore del Raffles Institute, università privata di grafica e design in Mongolia e autore del fumetto digitale Hopper, l’uomo cavalletta.

Massimiliano, classe 1982, dopo la laurea nel 2008 ha deciso per scelta di rimanere in Italia. Già all’epoca non c’erano prospettive nel nostro paese e molti amici partivano per l’estero. Nonostante chi gli dava del pazzo nel suo voler restare, ha deciso di sforzarsi per far funzionare le cose e magari fare in modo di riportare nel Bel Paese chi se ne era andato. Ha lavorato come grafico, art director, come insegnante e poi come libero professionista, ma a nulla è valso il suo impegno. Alla fine “ho capito due cose importanti: la prima è che come supereroe faccio pena; la seconda è che non avevo più voglia di lavorare per gli spiccioli”. Così, dopo un corso di inglese e un colloquio per insegnare all’estero ha preso la cattedra disponibile a Ulan Bator, capitale della Mongolia.


Hopper-rettile-color-okNonostante il lavoro come professore – che lo porta a confrontarsi con studenti e insegnanti, molto distanti dal suo punto di vista nonché dalla sua cultura – qui in Italia continua a collaborare con All-Tv, una web tv di Milano fondata e gestita da immigrati, per cui realizza settimanalmente delle vignette satiriche, e da poco ha terminato di pubblicare con la casa editrice digitale Wannaboo il fumetto Hopper, l’uomo cavalletta. Un lavoro strettamente legato al suo paese d’origine perché ambientato proprio in Italia. Hopper parla di un uomo che si risveglia trasformato in una gigantesca cavalletta, una scelta artistica del tutto casuale, ma che funziona bene per via della citazione kafkiana. Il protagonista non ricorda nulla del suo passato, ma ha conservato una cultura incredibile, che lo porta a detestare gli stupidi e gli ignoranti e per questo motivo ne diventa il carnefice. “Hopper è una scusa per mostrare gli orrori dell’Italia”; è uno specchio, grottesco, dark, satirico e ironico, forse deformante anche se non parla di attualità. “Non ho voluto creare uno spaccato di oggi, solo riportare quello che vedo e sento da quando ho memoria e, strano a dirsi, sento sempre le stesse cose”. Hopper è nato da una passione d’infanzia di Massimiliano che fin da bambino ha sempre voluto fare il disegnatore di fumetti, ma che è diventata realtà solo grazie all’ispirazione nata insieme all’amico Rocco Mazzupapa. Giunto ormai al suo tredicesimo episodio, il fumetto è ora concluso e interamente disponibile online e Regoli pensa già ai progetti futuri. Alcuni fanno ancora riferimento all’Italia, altri invece guardano alla Mongolia e alla sua nuova vita. Una nuova vita che non prevede un ritorno in madrepatria: “credo che se tornerò in Italia lo farò principalmente da turista, per visitare luoghi e trovare parenti e amici”.

Massimo Fumetti