La doppia emozione, spettacolo cinestetico sulla via Crucis
Lunedì primo dicembre si svolgerà presso il Teatro Manzoni di Milano il Galà di Beneficienza del Festival Dreamtime, una manifestazione dal respiro internazionale, organizzata dall’associazione culturale Viaggiatori dell’Anima, dove la danza diventa uno strumento di comunicazione importantissimo. «Dreamtime – spiega Paola Banone, Direttrice Artistica della kermesse – ha tra gli obiettivi l’abbattimento delle barriere della diversità e lo sviluppo di ipotesi di movimento che permettano alle persone di relazionarsi e comunicare attraverso il corpo».
In questa cornice sarà presentato in prima mondiale: La doppia emozione ideata da Andrea Forte Calatti. Si tratta di unire la potenza del mezzo cinematografico con lo spettacolo dal vivo «usando la stessa musica, lo stesso set quindi la stessa scenografia, gli stessi danzatori, le stesse linee coreografiche». Il regista ci rivela il filo rosso che lega queste due creazioni artistiche, legate a La passione di Cristo e fortemente influenzate dalla visione del Cenacolo di Leonardo da Vinci. L’omonimo mediometraggio, che ha la particolarità di utilizzare i Ballerini del Teatro alla Scala per mettere in scena la passione di Gesù (interpretato da Nino Sutera), è come se fosse stato in nuce sin da piccolo, quando guardò «con gli occhi di bambino» il capolavoro leonardesco e immaginò che tutto si muovesse. A colpirlo fu anche il pensiero che se Cristo avesse alzato lo sguardo avrebbe visto il suo destino nella Crocifissione di Donato Montorfano, situata esattamente di fronte (in Santa Maria delle Grazie, MI).
Quelle vibrazioni l’artista le ha portate con sé lungo tutto questo tempo e, supportato dall’Associazione no profit Arte e Comunicazione di cui è direttore artistico, sta cercando di restituirle avendo sempre in mente la loro missione di migliorare il rapporto tra essere umano e società con gli strumenti che gli sono più congeniali. «L’idea è quella di creare un dialogo sulla figura di Cristo usando il linguaggio del movimento: la danza. Nel mediometraggio ci sono molti simboli che avvolgono Gesù, ma la sua figura vorrei che fosse conosciuta e che fosse raggiungibile a tutti. Gesù è un esempio che migliora la vita a tutti e di tutti i giorni, che si creda o non si creda a quello che è scritto nei Vangeli, è un ottimo modo di crescere e vivere nella società». Ecco, in questo gioco cinestesico e di contaminazione dei linguaggi si inserisce La doppia emozione. Nella serata di lunedì, insieme a diverse performance e premiazioni, gli spettatori potranno provare e partecipare a questa doppia emozione: la proiezione cinematografica del Getsemani (che fa parte de “La passione”) passerà il testimone, senza soluzione di continuità, alla performance live del Getsemani, così da stimolare nel pubblico diversi livelli percettivi. Tutto è originale, dalle coreografie di Mick Zeni alla musica di Garbiele Semeraro.
Nel mediometraggio la macchina da presa fa la radiografia dei sentimenti e i ballerini sono chiamati a un’interpretazione ancora più curata, anche nella mimica dei volti, visti i piani di inquadratura; dal vivo c’è innegabilmente la magia del momento, creata da quel linguaggio universale che ti trascina anche quando non si conosce la tecnica.