I Sei personaggi in cerca del Valle

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Finzione o realtà? E’ una delle più famose battute della storia del teatro di tutti i tempi, con il quale il Capocomico chiude “I sei personaggi in cerca d’autore”. E chissà se da lassù Luigi Pirandello non si faccia la stessa domanda sulla grottesca situazione del teatro Valle occupato.

Sì, proprio quel  teatro, nel quale nel 1921 debuttarono quei geniali Sei personaggi, scippato illegalmente da tre anni ai cittadini e ai veri lavoratori dello Spettacolo. Dovrebbero rientrare su quel palco quei sei fantasmi mettendo in fuga un’improbabile Compagnia che con questa occupazione ha dimostrato l’inutilità di un gesto che voleva essere rivoluzionario ma che invece è stato ed è il più conforme dei gesti del pensiero conformista.

Perché dietro a quel Bene Comune si nascondono piccole frustrazioni di chi criticava un sistema del quale molti facevano e faranno parte, di chi è rimasto pateticamente ancorato ad uno spirito sessantottino tutto cachemire e famose nà canna. Questa “Compagnia” con il teatro e l’arte non ha nulla a che vedere, usa il palco più antico di Roma per fare assemblee politiche che ospitano i comizi di Alexis Tsipras o di Rodotà.

Ma la Siae la pagano? I contributi previdenziali, assistenziali, assicurativi? I vigili del fuoco? I permessi  di agibilità per la sicurezza ci sono? Versano l’Iva? Perché gli altri teatri , tutte le altre Compagnie devono farlo per non  essere perseguiti penalmente e loro protetti dalle Istituzioni, che gli pagano da tre anni le utenze, possono?

Per questo ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica, per fare chiarezza su un ingiustizia che non può continuare. L’ho fatto per tutti i lavoratori dello Spettacolo di destra e di sinistra , per restituire in un momento di crisi centinaia di posti lavoro che questa occupazione ha sottratto. I Sei personaggi  stanno tornando, liberate quel palco!

 

27.07.2014

10 Commenti

  1. Gentile Edoardo, la ringrazio per i tre link. Ma se il dibattito si riduce a questo lo trovo imbarazzante. Il video nemmeno lo commento. Branciaroli ci manderebbe i parà, mi sembra evidente che con una battuta abbia evitato qualsiasi discussione. Anche perché, di nuovo, sono certo che anche lui non abbia mai messo piede al Valle Occupato. Per quanto riguarda Longoni lo stimo come autore e come regista ma come commentare il suo sfogo isterico? Il suo pezzo dice delle emerite falsità. Non è che se scrivo una cosa diventa vera. E’ davvero triste vedere che i detrattori del Valle siano così privi di argomenti. Ed è triste vedere che non siano nemmeno mossi da curiosità nei confronti di un nuovo modello inclusivo di gestione di un teatro in cui si sperimentano nuovi linguaggi. Ma teniamoci il nostro comodo vecchiume, ahhhh si sta così bene. Ripeto, sono il primo a criticare gli occupanti ma se non so sto zitto, non parlo per sentito dire o per preconcetti.

    • Caro Giorgio, alcuni di quei ragazzi li conosco .Si sono fatti strumentalizzare da qualche “finto rivoluzionario” che guarda caso e’ sparito e da un preciso partito politico , Tsipras. Il teatro e’ un’altra cosa. Lunga vita al teatro!

  2. Basta con le occupazioni abusive.
    L’occupazione è un reato e chi non lo persegue è complice.

  3. Ho l’impressione, caro signore, che lei al Valle occupato non ci abbia mai messo piede. Il suo riassuntino di tre anni di occupazione è quantomeno superficiale e fazioso. Buona giornata

      • Beh, mi sembra davvero serio farsi un’idea in base alle “testimonianze di ex occupanti”. Complimenti. Se il problema del teatro romano è il teatro Valle ha davvero il prosciutto sugli occhi. Non dico che si debba appoggiare o condividere ma riconoscere come esperienza straordinaria sì. Io che frequento i teatri romani da 20 anni non ho mai visto file fuori dai teatri e tanta partecipazione della cittadinanza su più livelli. E non sia banale dicendo che è perché non si paga per favore. Guardiamo, analizziamo e impariamo. Non vede quanto sia ottuso buttare via questa esperienza senza trarne giovamento per il teatro tutto? La prego non mi parli più di bollette perché ridurre il dibattito a questo è ridicolo. Prendiamo per assodato che si tratta di un’occupazione e poi si discute. Sicuramente hanno fatto/fanno errori ma in Italia non avevo mai provato la sensazione che mi era capitato di sentire a Londra, Parigi o Berlino in cui i teatri accolgono i cittadini a tutte le ore, dove si discute, si mangia, si partecipa, dove il teatro è un’esperienza a tutto tondo. Sono d’accordo che non si può continuare così in eterno ma io dico impariamo, facciamo tesoro di un’esperienza di cui, nel bene e nel male, si parlerà a lungo negli anni a venire.

        • Gentile Giorgio, qui non si discute sulla proposta artistica dagli occupanti ma su quello che c’è dietro. Comizi politici, partecipazione a cortei, presentazioni di libri di ex-magistrati che nulla hanno a che vedere con il teatro ed inoltre un’attività illegale che crea concorrenza sleale a tutti gli operatori romani del settore.Hanno occupato il teatro più antico di Roma non un palazzo chiuso da anni in periferia.E l’hanno occupato con la grossa bugia che sarebbe diventato un fast food od un garage.Dopo la soppressione dell’Eti era già pronta una stagione transitoria a guida teatro di Roma in attesa di un bando di concorso per la gestione. Non ci prendiamo in giro per favore. Facessero questa attività in un altro spazio pagando regolarmente tutto come fanno gli altri teatri, le altre associazioni culturali e via dicendo. Se io occupassi uno spazio così importante come hanno fatto loro sarei già agli arresti. Basta con questa retorica di parte! Della sua parte evidentemente.

          • Gentile Edoardo, un’occupazione è sempre un gesto politico ed è inscindibile dalla proposta artistica. Anch’io sono d’accordo con lei che dovrebbero partecipare a meno cortei ma che lei dica che lì dentro non si faccia teatro è la dimostrazione che lei non sappia nulla del Valle oggi. E, visto che lei ha la presunzione di indossare la veste di giornalista in quest’ambito, a me sembra che non abbia fatto il suo dovere. Per quanto riguarda le cause dell’occupazione ho altre fonti, ma visto che nemmeno in questo caso lei cita le sue….
            Retorica? A me sembra di aver dato un consiglio molto pratico, invece, quello di “imparare” da quest’esperienza a favore del teatro tutto, al di la del colore politico. E’ lei invece a tirare in ballo le parti politiche e su questo, sì, lo ammetto, preferisco essere dalla parte dei Rodotà, dei Camilleri, delle Franca Valeri, dei Ronconi e Stein e non dalla parte dei….sandro bondi? Mi scusi ma è l’unico nome di Forza Italia che mi sia venuto in mente per quanto riguarda politiche culturali…veda lei.

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