MULO: quell’irrefrenabile voglia di sperimentare

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Un laboratorio oltre la folk music.

di Antonio Sergi

Rispondere unicamente al proprio bisogno d’incanto, sovente, è l’inconfessato desiderio di ogni artista. Ma se a ritrovarsi sono musicisti che non hanno paura della cooperazione più sincera? Senza mandati di consenso? Senza intenti ossessivi di mercato? A campeggiare nel luminoso acronimo ‘MULO’, sono i musicisti della locride: un collettivo sonoro che si rifà, tra l’altro, proprio alle caratteristiche del mulo, animale testardo, resistente, determinato proprio come le qualità individuali dei componenti di questo nuovo e palpitante organo musicale: Mujura, Francesco Loccisano, Fabio Macagnino e i QuartAumentata.

I nomi sono quelli di protagonisti di una scena musicale viva e, diciamolo pure, inaspettata in un territorio per molti versi difficile come la Locride. Mujura è apprezzato bassista e arrangiatore di Eugenio Bennato; i Quartaumentata sono una realtà accreditata (dai concerti con Jovanotti alla nutrita discografia), Francesco Loccisano ha reinventato uno strumento tradizionale come la chitarra battente (collaborando con mostri sacri come Bob Brozman, e prossimamente con Gianna Nannini), Fabio Macagnino ha creato una straniante forma di cantautorato anti-dialettale in dialetto.

Il collettivo nasce dall’esigenza di fare ordine nelle vite di ognuno dei protagonisti, per unirsi dando vita ad un nuovo modello artistico che vada oltre il solito cantautorato fatto d’incontri per isolate esibizioni: incontrarsi fisicamente per autoprodurre a tutto tondo percorsi che sono destinati a resistere nel tempo.

Ieri è stata la ‘data zero’ sul palco del Piccolo Teatro di Roccella Jonica; non un vero e proprio concerto ma un punto di partenza per aprirsi sempre di più verso altri musicisti e iniziare a comunicare riproducendo la più nobile sussidiarietà orizzontale sonora anche tra artisti di realtà differenti, con ospiti di natura diversa. Ci saranno altri appuntamenti per questo collettivo, per tutta l’estate, in luoghi diversi, con diversi ospiti, e con l’intento di creare un laboratorio continuo, itinerante, irrefrenabile, di sperimentazione.