di Sarah Palermo – Officine International
La passione di Camilla Borghese per la fotografia ha radici davvero giovani, la sua curiosità di tredicenne con una Pentax della madre l’ha avvicinata al desiderio di conoscere questo nuovo strumento, presagio della sua futura professione.
Laureata in storia dell’arte, Camilla si avvicina al mondo del fotografico osservando dalla sua classe del centro storico di Roma le forme dell’architettura che sembravano cambiare a seconda del clima o degli orari.
Con il tempo si rese conto che amava questa materia, ma non avrebbe mai voluto esercitare il ruolo di architetto, mentre studiava all’università seguiva interessata corsi di fotografia, scattava immagini di luoghi, di persone, realtà quest’ultima che appare molto meno nella sua opera poiché come afferma: “L’essere umano catalizza tutte le attenzioni su di sé all’interno di una foto”, ci sono però molti casi in cui la presenza è utile ed ha un ruolo importante.
I suoi lavori sono molto più elaborati di quanto si possa immaginare, necessitano di spazio per essere letti perché devono comunicare con gli occhi della sua autrice. Racconta Camilla che ogni foto viene studiata, individuata nel soggetto e nel momento esatto della giornata, analizza come la luce solare colpisca la superficie, ragion per cui in molte occasioni predilige scattare con un cielo nuvoloso. Ognuna delle sue fotografie richiede un processo lunghissimo, lavora con il banco ottico, usa la diapositiva con un negativo di 10 per 12 cm, ciò permette di mettere in risalto le ricchezze dei dettagli che colpiscono nell’architettura che lei ha davanti ai suoi occhi nel momento dello scatto.
Quello che interessa nel lavoro di Camilla Borghese è il tema del momumentale, non solo per la scelta di opere del passato, ma anche per le forme che rimangono invariate nei secoli, con la fotografia si impegna ad atemporalizzarle. Tra le immagini appare un rocchio di una colonna alle Terme di Caracalla, particolare per l’utilizzo della luce scattata in pieno giorno, sottoesposta per denotare i particolari.
Il dettaglio astrattizzato completamente ed eliminato il bordo, perde l’effetto di rotondità. Camilla lavora con un assistente che la aiuta come supporto per l’importante peso del materiale necessario, la pazienza nel suo impiego è un fattore essenziale visti i permessi ed i tempi estenuanti di richiesta presso il centro storico della Capitale. I quattro fondamenti del suo lavoro sono raccolti nel monumentale, nelle proporzioni e le forme, nella classicità e nell’armonia che da sempre ricerca nel marasma metropolitano. Camilla Borghese, ha partecipato di recente a FotoFever Paris ed espone periodicamente i suoi lavori alla Galleria Spazio Nuovo di Roma.
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