Sasha Vinci, l’artista multiforme che denuncia con la propria arte.
di Michel Dessì
Artista multiforme. Sasha Vinci si definisce così. Come dargli torto. Crea e comunica attraverso vari linguaggi: scultura, disegno, pittura, scrittura, sound design. È un artista contemporaneo in continua ricerca. La sua è una missione: denunciare attraverso l’arte. Le sue opere trasmettono un messaggio chiaro e limpido. Ti fanno riflettere sulle diverse problematiche sociali e culturali di questo tempo.
Come la sua ultima installazione Crisi. Un tema che continua ad affliggere migliaia di famiglie italiane. Alcune forme di pane fatte in cemento e due sedie carbonizzate installate al centro dell’ingresso del comune di Scicli a rappresentare il futuro incerto che ci aspetta. Per creare usa materiali poveri. Gesso, cemento, cera, ferro. Mescola, fonde, combina e compone in base al concetto che vuole esprimere. Nulla è lasciato al caso. Come il cemento, usato in alcune delle sue opere, simbolo del potere mafioso e della corruzione politica.
È un artista provocatorio. Le teste di maiale mozzate, apparse tempo fa a Palermo, Sciacca, Scicli, Favara, Marzamemi, Verona erano opera sua. Sasha ha voluto mandare un Avvertimento, da lì il nome del progetto. Ha invitato la gente a risvegliare la propria coscienza. Il suo obiettivo è riavvicinare il pubblico all’arte. Come? Portandogliela sotto casa. Creando opere semplici e leggibili. I suoi messaggi non passano inosservati. Ti colpiscono e ti obbligano a meditare.
Lui non si identifica col termine artista, preferisce essere chiamato demiurgo. Colui che crea. Secondo Sasha c’è un numero esagerato e incontrollato di persone che si improvvisano artisti e pretendono di essere chiamati tali. La sua è un’arte libera, indipendente. Non ha bisogno di gallerie d’arte o di curatori per esporre le sue opere. Il suo messaggio arriva alla gente in modo diretto. Quasi spregiudicato. “I critici e i galleristi dovrebbero contribuire a far germogliare l’arte, ma non è sempre così,” – dice Sasha – “oggi per alcuni artisti sono più importanti i contatti che le opere. È assurdo. Se hai alle spalle un curatore ben affermato la tua arte vale, altrimenti non vieni neanche considerato. Questa è la morte dell’arte“.
Proprio per questo Sasha Vinci ha portato a Scicli, nel suo paese, il ‘site specific’. Un modello che aspira a trasformare il territorio ibleo in un teatro vivo, attraverso la sperimentazione e la ricerca di idee e progetti d’arte contemporanea. Un circuito che permette agli artisti di esporre in alcune strutture pubbliche e private della città. Un progetto che trasforma Scicli in uno spazio da vivere, in cui gli artisti lasciano il segno del loro passaggio.
Per Sasha fare arte non è chiudersi all’interno di una galleria. Ma arrivare al pubblico. In qualsiasi modo. “Occorre schierarsi contro ogni forma di potere che ostacola l’evoluzione culturale del territorio. Dalle realtà indipendenti dell’arte può innescarsi un vero cambiamento.”