“MORS VENIT”: Quando lo spettatore è protagonista

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“MORS VENIT” è il più cliccato all’ultimo Lucca Comics and Games, un film interattivo dove gli spettatori possono scegliere la trama.

di Andrea W. Castellanza

Se l’obiettivo di tutti i registi nella creazione dei film è sempre stato quello di coinvolgere il più possibile lo spettatore nel fluire dell’azione, oggi, grazie all’interattività permessa dai media digitali, tale scopo è stato raggiunto pienamente. E’ cercando sempre più di coinvolgere lo spettatore nell’azione del film che tre studenti di cinema, Nicola Frigoli di Legnano, Paolo Muzio di Piacenza e Tommaso Terigi di Lucca hanno ideato i loro cortometraggi interattivi, presentati con molto interesse di pubblico e critica all’ultimo Lucca Comics and Games. Piccoli film, il cui più “clikkato” è l’orrorifico “Mors Venit”, in cui lo spettatore sceglie, tra alcune opzioni, cosa deve fare il protagonista, guidando la trama tra un fluire di “sliding doors” che ne possono cambiare il destino. “Mors Venit”, protagonista a Lucca, diretto da Frigoli e con Muzio e Terigi nel ruolo di protagonisti, racconta di un uomo che in una tetra casa di campagna cerca di salvarsi dal suo persecutore assetato di sangue: una trama per la verità comune a molti horror, ma che in questo corto, grazie a decine e decine di scene diverse che rincorrono le alterne fortune del personaggio, consente di “navigare” più film contemporaneamente con finali ed esiti inaspettati e tutti da sperimentare. Il confine piuttosto labile col videogioco si definisce nella struttura e nel linguaggio narrativo delle immagini, assolutamente legate al mondo del video e del cinema, senza gli eccessi sincopati del videogame; il formato “corto” permette una vita cross-mediale al film, che, partendo dal canale youtube di the Butter Production (la casa di produzione di fantasia degli autori) ne consente un inesplorato e inesplorabile destino social e virale. Se questo sia uno dei destini del cinema è prematuro per affermarlo: anche gli autori parlano di suspense, interpretazione, estetica dell’immagine (termini tutti cinematografici), ma poi indicano nella “buona giocabilità” una qualità vincente di questo prodotto. L’argomento è sicuramente interessante e non banale, soprattutto in un mercato della distribuzione video-cinematografica che vede l’on-demand e l’interattività proporsi come standard nella fruizione televisiva. “Mors Venit” e i prossimi cortometraggi dei suoi tre autori (on line già l’ultimo “L’amore ai tempi di Youtube”) sono esperimenti interessanti che, conservando un linguaggio classico, rinnovano con moderne tecniche il patto di sospensione dell’incredulità alla base della narrativa di genere, anche cinematografica. Sparisce anche l’ultima barriera che impediva allo spettatore di immedesimarsi completamente col protagonista: le intenzioni al di qua e al di là dello schermo sono le stesse, il meta-cinema nell’età di internet è servito.