Grego, passione e ironia per dipingere l’azione.

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Abbiamo ammirato le sue opere alla galleria Macsi di Roma

di Maria Elena Capitanio

 

Una tela incisa, una corda che la trafigge; una carta da gioco che prende vita compiendo azioni del quotidiano e poi un surfista che immagina di cavalcare l’onda della sua emotività.
Siamo all’interno delle opere di Jonathan Grego, artista italiano, seppur di nascita londinese, che da tutta la vita abita l’arte, suo connaturato strumento comunicativo. Grego, che siamo andati ad ammirare nella collettiva «Riflessioni» alla galleria Macsi di Roma, si definisce un artista promiscuo, in quanto le tecniche da lui utilizzate sono moltissime, dal tratto di matita al collage, dalla pennellata figurativa al «dripping» su tela distesa. «Parto da un’idea, da un concetto originale che colpisca prima di tutto me e poi in un secondo momento gli altri», spiega Grego, che utilizza l’ironia e il gioco per raccontare emozioni intense, fatti della vita anche molto seri, optando per un espressionismo contemporaneo, che nello stile richiama il pop.

Sono quadri che stupiscono e intrattengono, attraverso godibili icone del quotidiano.
 Si diverte a giocare con i titoli, Grego, come nel caso dell’opera Erarre é umano, titolo volutamente sbagliato, proprio per insistere sul concetto di quanto errare sia caratteristica comune agli uomini.
Nel quadro in questione è rappresentato un uomo che al posto della testa ha un enorme occhio: «Nei momenti di tristezza siamo tutti occhi», dice l’artista, forse perché il malessere non è contenibile e l’anima tenta di straripare dalle pupille. Sul versante più urbano, si potrebbe parlare di Alcuni vedono solo ciò che vogliono ascoltare, in cui campeggiano una scritta e l’immagine corrispondente, con l’intento di lanciare una provocazione a critici e galleristi, che spesso aborrono l’arte concettuale a favore del figurativismo.
Grego fa menzione del suo amore per la tecnica, e spiega di non poter fare a meno dell’utilizzo di particolari stili, come quello surrealista. Il sole può tramontare in pieno giorno, nelle sue opere, portando il sogno nella realtà, con un bagaglio di oggetti impregnati di vita e di elementi naturali che partoriscono beni di consumo dal valore affettivo. Il giovane pittore ha conosciuto gioie e dolori del viaggiare, per poi emozionarsi e riportare sulla tela, con garbo e tenera insicurezza, l’unicità della sua visione.