Il mio primo successo? Come prof di fellatio

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Lando Buzzanca

di Domenico Marcella

“Quando sono arrivato a Roma da Palermo, durante il mio solito tragitto dalla Stazione Termini a Piazza Colonna, sono entrato in un bar. Vidi un signore che divorava famelicamente un maritozzo accompagnato da un cappuccino. Non mangiavo da giorni e in preda alla fame – dopo essermi accertato che il costo era di 15 lire – mi sono avvicinato alla tazza della mancia poggiata sul bancone e ho preso 20 lire. Ho ordinato la colazione, ho pagato e ho riposto il resto nella tazza della mancia”.

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Corinne Clery

di Edoardo Sylos Labini

“Ho un aneddoto buffo e imbarazzante! Al mio primo provino per “Histoire d’O” andai a Parigi dopo due mesi di suppliche da parte della produzione, volevo comprare delle scarpe nuove, tanto mi pagavano tutto… Ho pensato vado, faccio dieci minuti di provino, mi compro le scarpe, sto un weekend a Parigi, è tutto meraviglioso… non avevo la minima intenzione al mondo di fare quel film! Invece quel provino è durato tutto il giorno, non mi facevano più andar via! Alle 7 di sera suonano alla porta dello studio, tutti hanno un lampo di genio, ricordano l’appuntamento e mi chiudono nello sgabuzzino, perché entrava il Signor Carlo Ponti con una signorina sconosciuta – Dalila Di Lazzaro – per farle firmare il contratto. E invece non l’hanno voluto firmare, io sono rimasta mezz’ora nello sgabuzzino a sentire tutto, anche molto imbarazzata perché non avevo intenzione di fare il film, ma non mi volevo far vedere. Quando sono uscita ho detto che mi dispiaceva molto ma non lo volevo fare, hanno passato il weekend a convincermi, poi l’ho fatto! Avevo 25 anni e un figlio di 6 anni e mezzo! Sono precoce in tutto, io!”

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Lunetta Savino

di Edoardo Sylos Labini

C’è uno spettacolo che ha segnato la tua carriera teatrale, e che hai portato in giro per cinque stagioni: eri la professoressa del Centro Sperimentale di Pompinologia. Lo spettacolo si chiamava “Prova orale per membri esterni”. È stato una svolta?

Tantissimo. All’epoca non ero conosciuta, fu un salto senza rete. Mi dissi: “O la va, o la spacca. Se non si accorgono di me neanche con questo testo, posso chiudere baracca e burattini”. Venivo da una lunga gavetta teatrale, avevo fatto anche un film, però non riuscivo a fare il salto. Capitò quest’occasione con Claudio Grimaldi, l’autore del testo, che lo aveva recitato lui stesso en travesti nei locali, e decisi di buttarmi. Fu rischiosissimo. Andai nei locali a Napoli e anche alla Fiera del Sesso, perché pagavano bene. Nel tragicomico della mia vita, mi sono ritrovata anche a recitare tra porno star.

Com’è stato?

È stato molto, molto divertente. Era una lezione vera e propria, in cui facevo la professoressa e mi rivolgevo agli alunni come se insegnassi matematica o fisica, ma in realtà la materia era la fellatio. Poi c’era l’interrogazione alla lavagna, e io improvvisavo col pubblico. Per me è stata una palestra fantastica, perché è stata l’occasione di mettermi in gioco come attrice comica. È partito tutto da quel monologo. Attirava molto l’attenzione: la gente veniva a vedere chi era la matta che faceva questa cosa.

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Marina Ripa di Meana

di Domenico Marcella

Marina, ci racconta un episodio OFF?

La fuga da La Fattoria. Per me i reality sono da sempre un orrido fumo negli occhi, ma ero in un momento in cui mi faceva molto comodo accettare la cifra che mi avevano offerto. Pensavo di andare lì ad affrontare questioni ambientali e invece, giunta in Brasile, mi sono resa conto di essere circondata da una sgangherata mandria di buzzurri. L’unica simpatica era Barbara Guerra, che mi deliziava con gran massaggi. Ho organizzato a freddo la litigata con Fabrizio Corona – lasciandomi andare anche a dichiarazioni estremamente pesanti – fingendo un malore. Ho messo in atto una sceneggiata per fuggire via.

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Carlo Verdone

di Francesco Sala

I primi passi?

In una cantina buia e umida di Via Cavour nel 1971. Durante la rappresentazione di un “Rabelais” si ammalano tre attori. Decido di entrare in scena e sostituirli tutti. Mi sono pure travestito da donna! Voglio ricordare il teatro dei burattini di Maria Signorelli che è stato molto importante. Facevo, davo la voce a molti pupazzi. Era un teatro non solo per bambini, era per tutti. E poi per iniziare a fare teatro e rivolgersi ai bambini devi essere chiaro, diretto, ti devono capire.

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1 commento

  1. Ho appena letto Marina Ripa di Meana: beata lei, beate le donne, specie quelle belle o dotate di fascino e personalità! Loro possono sempre decidere, si o no, a loro insindacabile giudizio, anche – che sò? – in ascensore….Ma poi…. non solo….se serve loro qualcosa, denaro compreso, basta allargare…la mente e, zacchete, fai cassa in filigrana e ..carne! Io, quand’ero giovane e non ero da buttar via (così mi dicevano, specie le più grandi di me) ho rimediato al massimo qualche maglietta, stecche di sigarette…
    Il fatto è che non lo facevo per quelle, per i doni, ma perchè allora (anni 60) non la davano ed allora mi accontentavo di tutto, gnocca con o senza regalo annnesso…
    Colpa dei tempi, di qui tempi, dirà qualcuno: NO, c’erano anche allora le SuperFighe e quelle andavano a tutto birra, come ora … Per la cronaca c’era anche una minoranza…minima di Superfighi alla quale, ahimè, non appartenevo: ancora una …ingiustizia, roba per pochi! Ma poi….che cacchio voglio? Boh, non lo so!

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