Scultura: le mani, l’ossessione infinita di Elena Mutinelli

1

Scolpisce soprattutto mani, Elena Mutinelli. In marmo e in terracotta, che si stringono e si contorcono. Le disegna anche. Sembra quasi un’ossessione, e forse lo è. “Mani forti – spiega – alle prese con l’afferrare brutale, con le intenzioni quotidiane dell’esistere, intrise di tensione emotiva, avide di potere, pronte a confrontarsi con il traffico, la tecnica, il ritmo, il suono roboante della vita”. C’è ne sono un paio straordinarie, di splendida forma espressionista, che stringono un teschio: un perfetto “memento mori” che sarebbe piaciuto a Raimondo di Sangro quando incaricò un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, di stupire il mondo con un Cristo velato. Non a caso, dice di lei Martina Corgnati: “La Mutinelli ha acquisito un raro virtuosismo nella manipolazione e nel trattamento della materia più candida e dura, e un’invidiabile pratica in quella “via di levare” che, da Michelangelo in poi, è il modo privilegiato di estrarre l’essenza, rivelare l’anima delle cose, cioè la loro consistenza più vera, resa stabile (per così dire, eterna…) da una raggiunta perfezione estetica”.

Elena Mutinelli,  Attesa,1993-2010,
Elena Mutinelli, Attesa, 1993-2010

Erede talentuosa di una schiatta di scultori lombardi, Elena ha studiato sodo per imparare il mestiere, non credendo – come molti artisti del contemporaneo – che l’improvvisazione paghi. Ha frequentato a Milano lo studio di Cosentino, allievo di Martini, poi l’accademia di Brera, poi soggiorno obbligato a Pietrasanta dove la sua scultura inizia ad assumere un taglio personale (inizialmente drammatico ed inquietante, in seguito comunque espressivo ma più disteso), poi la collaborazione con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, dove si confronta, riproducendole, con le statue originali che adornano le guglie.

A parte le mani, la Mutinelli si esprime al meglio nella figura umana; perfetta l’anatomia, perfetti i dettagli, sia quando resta nel levigato biancore dell’apollineo marmoreo, sia quando predilige il dionisiaco come in certe terrecotte o in certi dipinti nei quali il colore si fa materia, alla maniera lombarda. Proprio per restare in tema lombardo, in questi giorni Elena Mutinelli espone in una collettiva dedicata a Testori (La Compagnia del Disegno, via Santa Maria della Valle 5, Milano, fino al 30 gennaio) insieme a una risma di artisti che del grande intellettuale e critico si sentono figli.

 

Elena Mutinelli,  Nodi (particolare), 2007
Elena Mutinelli, Nodi (particolare), 2007

 

Elena Mutinelli, Siamo noi, uomini, 2009
Elena Mutinelli, Siamo noi uomini, 2009

1 commento

  1. Finalmente si comincia a distinguere e a riconoscere l’arte vera e gli artisti degni di tale qualifica. Elena Mutinelli è un’efficace e originale disegnatrice e una scultrice di sicuro talento, capace di ricavare da un masso di pietra, con le sue sole forze e un’abilità conquistata con tenace, duro lavoro, flessuose leggiadrie di corpi e vigorose tensioni di arti dallo straordinario effetto plastico, ricavando dall’ostile resistenza della materia memorabili archetipi di forza e di bellezza.

Comments are closed.